Confermata la netta prevalenza di ribassisti nell'ambito dei sondaggi sull'orientamento del pubblico retail sul mercato azionario, nel momento in cui Wall Street si accinge a chiudere il peggiore anno dopo il 2008. Con le banche centrali che non fanno sconti.
La fiammata iniziale conseguente al rilascio del CPI di novembre inferiore alle attese, lascia spazio a convinti realizzi, che allontanano lo S&P500 del 6% dai massimi, mentre il Nasdaq sacrifica l’8% dal punto più alto. Duole questo ripiegamento perché nega ai listini la possibilità di conseguire un saldo positivo, dopo la prima settimana negativa di dicembre. Un setup che dal 2009 ha conosciuto soltanto la dolorosa eccezione del 2018.
Sebbene negli ultimi due anni le reazioni del mercato dopo la riunione del FOMC siano tendenzialmente risultate sfavorevoli, con una performance media del -0.85% il giorno successivo, ieri evidentemente gli investitori hanno rilevato buoni motivi per liquidare con maggiore determinazione. Ad essere più colpite negli Stati Uniti le società tecnologiche: con Apple, Meta e Alphabet che hanno ceduto quasi il 5%; e con il FANG+ Index che ha perso l’ennesima occasione per ribaltare una negatività tecnicamente esemplare.
Ai setup stagionali “difettosi” si aggiunge un’economia che perde colpi: deludono le vendite al dettaglio di novembre, dopo il peggioramento della bilancia commerciale americana. Prontamente la Fed di Atlanta ha ridotto la previsione di crescita del PIL per il trimestre corrente: dal 3.2 al 2.8%. Ma legittimamente gli investitori temono ancora nell’immediato; perché un tonfo pesante come quello di ieri, alla vigilia delle sistemazioni tecniche mensili, tipicamente anticipa ulteriori realizzi: si contano 21 precedenti dal 1990, e lo S&P500 il giorno dopo ha recuperato in sole 5 occasioni. Il 24% del totale...
Con un saldo da inizio anno del -18.2%, alla borsa americana restano ora soltanto dieci sedute per migliorare un bilancio che fa dell’anno corrente il peggiore dal 2008. Per fortuna gli investitori hanno tagliato la corda in tempi non sospetti.
Il sondaggio settimanale di AAII conferma la netta prevalenza di ribassisti fra le famiglie in essere ininterrottamente da un anno a questa parte. In barba alle spiacevoli etichette sbrigativamente appiccicate su questa tipologia di investitore, gli Orsi fra il pubblico retail hanno prevalso di netto sin dal mese di novembre dello scorso anno. A dirla tutta, quando la differenza fra Orsi e Tori si è assottigliata, il mercato ha conseguito i massimi provvisori che pur si sono manifestati quest’anno.
Piazza Affari non si sottrae alle vendite. Il FTSE MIB ripiega vistosamente, con le quotazioni ora in vista dell’area di supporto, ex resistenza, attorno ai 23 mila punti. Sarebbe tecnicamente problematico spingervisi oltre.
Di Gaetano Evangelista
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