Gli investitori ringraziano l'analisi tecnica

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 25/06/2021 14:43

Nonostante il conseguimento di un nuovo massimo storico, una consistente fetta di investitori si è autoesclusa dal bull market. Evidentemente ignara delle capacità anticipatrici dell'unico approccio analitico di successo. S&P500 ad un passo dal target di Goldman Sachs.

La notizia di un accordo bipartisan fra Biden e Congresso, finalizzato alla approvazione di un pacchetto di infrastrutture da un trilione di dollari; vale al mercato il conseguimento di un nuovo massimo storico in termini di S&P500 e Nasdaq. Giusto ieri si lamentava il ritardo con cui gli indici americani stavano aggiornando i massimi assoluti: ed eccoci accontentati.
Il benchmark americano è ormai a meno dell’un percento dal target a 4300 punti evocato a dicembre da Goldman Sachs, mentre JP Morgan insiste nel fissare l’obiettivo a sei mesi a quota 4400 punti. La nostra proiezione per fine anno si colloca ancora più in alto, come il lettore apprenderà fra poco dalle pagine dell’aggiornamento semestrale del 2021 Yearly Outlook. L'edizione di inizio anno è stata spettacolare nell'anticipare il corso degli eventi finanziari degli ultimi sei mesi.

Chi confidava nel Sell in May per avallare il disimpegno dal mercato, è rimasto spiazzato. Nel primo bimestre della finestra temporale in teoria problematica per Wall Street – ma sempre benigna negli ultimi nove anni... – lo S&P ha messo a segno finora un guadagno del 2.0%. Ciononostante, una significativa fetta di investitori autorinuncia alle performance, a giudicare dal livello tuttora depresso (39%) fatto registrare dal Fear&Greed. Bene così.
Non si tratta soltanto di sondaggi di opinione, di cui si potrebbe anche sospettare una qualche manipolazione. Nelle ultime quattro settimane la raccolta netta di fondi comuni ed ETF azionari, negli Stati Uniti, è stata pari a -2.9 miliardi di dollari. Una liquidazione certo moderata, a fronte però di un indice che ha guadagnato nettamente terreno. Il peggio che sia capitato agli investitori, è un paio di consolidamenti da meno del 5% a febbraio (13 sedute) e ad inizio maggio (3 sedute): quanto basta per scuotere gli animi degli ultimi arrivati. Chi invece è entrato sui segnali qualitativi prodotti dalla ampiezza di mercato a giugno e ad ottobre dell’anno scorso, evidentemente dorme sonni tranquilli e adegua periodicamente gli stop. Evviva l'analisi tecnica.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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