È tempo di bilanci. Salutiamo il 2021 con rimpianto e riconoscenza: non capita molto spesso di intascare così massicce plusvalenze. Resta aperto però il discorso per il nuovo anno: per il quale si registra una eccezionale cautele. La speculazione professionale non se ne cura.
La scadenza ciclica del Delta System di martedì-mercoledì induce a Piazza Affari un ripiegamento, mentre Wall Street sale ancora, per il terzo giorno di fila. La distanza che separa lo S&P500 da un nuovo massimo storico si misura in pochi decimi di punto percentuale. La stagionalità conferma la possibilità di un ripiegamento tattico di alcuni giorni, come già commentato ieri.
A poche settimane dalla fine dell’anno, è tempo di bilanci consuntivi, e di previsioni per il nuovo anno. Scontato rilevare come la performance messa a segno dai mercati azionari sia decisamente confortante, sia in termini storici ed assoluti, sia con riferimento alle alternative di investimento; e sia, per finire, se si considera l’impegnativo contesto esogeno: fra varianti pandemiche, regolamentazioni sempre più stringenti ed asfissianti in Cina, inflazione galoppante, frenate congiunturali e normalizzazione della politica monetaria, non sarebbe stato scandaloso se i mercati avessero conseguito un risultato ben meno esaltante.
Il contesto esogeno finisce per contenere gli slanci di investitori ed analisti: con questi ultimi che proiettano, mediamente, uno S&P500 alla fine del prossimo anno poco sopra i 4900 punti. Una crescita di misura, insolita nelle sue proporzioni per un plotone altrimenti usualmente ben disposto verso il mercato.
Probabilmente incide la prospettiva di un tapering accelerato, e di conseguenza di un lift-off anticipato: stando alle ultime indicazioni del mercato a termine, ci sarebbe una probabilità addirittura del 39% che il Fed Funds rate venga innalzato già a marzo, mentre resta centrale la previsione di uno spostamento allo 0.25-0.50% in occasione della riunione del FOMC di inizio maggio; con complessivamente tre rincari del costo ufficiale del denaro fino alla fine del 2022.
Queste prospettive, bisogna dire, non scompongono minimamente le attese della speculazione professionale. Stando a quanto riportato sul nostro CoT Index Report, la settimana passata gli hedge fund hanno accumulato sugli indici azionari un saldo netto prossimo ai 70 miliardi di dollari.
Negli ultimi sei anni, una simile (sovra)esposizione è stata raggiunta soltanto altre due volte (mai prima del 2016). Benché il campione sia numericamente infimo, vale la pena di annotare il comportamento del mercato nei mesi successivi.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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