Dove reinvestiranno i reduci dal reddito fisso?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 18/02/2021 12:22

I 32 miliardi di raccolta netta vantata da fondi comuni ed ETF azionari nell'ultima settimana; sono confortanti, ma ben poca cosa rispetto ai 650 miliardi di deflussi netti del solo 2020. Nel breve periodo fattori positivi ed esigenze di riallineamento si equivalgono.

Mentre Piazza Affari si lascia andare al secondo giorno consecutivo di prese di beneficio, Wall Street recupera brillantemente le perdite iniziali, finendo quasi invariata. Merito soprattutto dei già citati influssi stagionali, che hanno consentito allo S&P500 praticamente di non perdere mai terreno, negli ultimi vent’anni, nella finestra compresa fra l’8 ed il 19 febbraio.
Ciò ovviamente non implica che il mercato azionario USA sia destinato a salire senza soluzione di continuità fino a venerdì: rilevando soprattutto il saldo complessivo di questa finestra temporale. Lo scorso anno la borsa americana conseguì un top proprio il 19 febbraio, prima di subire una involuzione che nel giro di pochi giorni avrebbe condotto alla penetrazione del minimo di dicembre (attivazione del December Low Indicator) ed al conseguimento di un saldo negativo anche nel secondo mese dell’anno: il crash di marzo a quel punto era facilmente prevedibile, e previsto.
Vedremo cosa ci riserveranno le prossime sedute, ma il mercato continua ad essere attraversato da correnti incrociate. Se i modelli confermano un certo disallineamento, che prescriverebbe direzionalità ribassista prima della ripartenza; i setup di breve periodo suggeriscono altrimenti. In questi frangenti il sostanziale trading range risulta l'opzione più probabile.
Non si può negare una certa sopravenuta euforia, da parte degli investitori; ma si tratta di fenomeno troppo recente per poter costituire una concreta minaccia. L’Investment Company Institute (ICI), ieri, ha comunicato un flusso netto record nella settimana più recente, a favore di fondi e (perlopiù) ETF azionari: quasi 32 miliardi di dollari. Un dato impressionante, tuttavia ben poca cosa rispetto ai 650 miliardi netti defluiti dai fondi comuni lo scorso anno. Per non parlare della raccolta netta spettacolare fatta registrare dai fondi obbligazionari (245 miliardi), ora in prevedibile sofferenza per effetto delle performance poco esaltanti dei titoli di Stato: dove finiranno i flussi conseguenti dai realizzi che si potrebbero ora manifestare sul reddito fisso?

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net

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