Il Dow Jones ha recuperato tutte le perdite, e il VIX si colloca su livelli persino inferiori a quelli, già contenuti, di giovedì sera: come dire che non c'è più bisogno di coprirsi dal rischio di eventi avversi. Le banche centrali assicurano liquidità copiosa, in caso di emergenza, e mantengono in essere la put a vantaggio degli investitori. Il primo aumento dei tassi da parte della Fed viene prezzato ora per non prima di gennaio 2018!
A posteriori, i vistosi deflussi che hanno anticipato il referendum nel Regno Unito - nei tre mesi terminati giovedì scorso, ben 63 miliardi di dollari hanno lasciato i fondi comuni di investimento in tutto il mondo: è il dato più consistente da ottobre 2011 e aprile 2008 - hanno contribuito a prosciugare il potenziale delle vendite, esauritesi a cavallo delle ultime due settimane. Il punto è stabilire se il mercato si sia stabilizzato definitivamente, o meno.
Questo vale anche per Piazza Affari, che ha conseguito l'obiettivo dell'anno a 15000 punti in termini di indice MIB: un livello inferiore al bottom di inizio anno, e crocevia di una serie di proiezioni. Piazza Affari ha sperimentato una capitolazione su base settimanale: evento peraltro tutt'altro che raro. In queste circostanze, bisogna stabilire se la liquidazione definitiva coincida con un minimo finale del mercato: e per stabilirlo, occorre registrare una chiusura (settimanale) superiore al massimo dell'ottava che fa registrare la capitolazione. L'asticella è dunque piuttosto elevata, ma sfortunatamente non disponiamo di un criterio oggettivo più persuasivo.
Sarà interessante verificare, stasera, se il modello di asset allocation avrà messo da parte le cautele degli ultimi mesi, riscontrando nello "sconto" concesso dalle borse le condizioni sufficienti per l'accantonamento del sottopeso sull'Equity.
Articolo a cura di Gaetano Evangelista
Fonte: www.ageitalia.net
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