Cosa aspettarsi quando si aspetta dai mercati

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 23/01/2025 08:23

Il risveglio degli spiriti animali coincide con il rilancio dell'ampiezza di mercato a Wall Street. Lo S&P500 da settembre sta ricalcando fedelmente l'andamento successivo al ciclo di easing non coincidente con una recessione.

Sembrano distanti un’era geologica fa i giorni in cui si denunciava l’ampiezza ristretta di mercato, che stoppava l’avanzata dei listini, imponendo a Wall Street un ripiegamento di quasi il 5%. Nelle ultime sei sedute, nel paniere dello S&P500 le azioni in rialzo sono risultate puntualmente più del 68% del totale: un fenomeno mai registrato prima d’ora da quando disponiamo di queste statistiche. Facile concludere come l’allargamento del rialzo a tutte le pieghe del listino, sia sintomo di buona disponibilità da parte degli investitori.

L’indice citato ieri ha strappato verso l’alto, raggiungendo il picco della spalla destra del “testa e spalle” (fake? lo vedremo nelle prossime ore...) su cui si basavano le speranze dei mai domi ribassisti. Restando in campo tecnico, si direbbe piuttosto una “bandiera”, di continuazione della tendenza rialzista.
Ipotesi resa credibile dallo scoramento che il citato recente consolidamento ha prodotto nella percezione degli investitori: stando al sondaggio di AAII, la passata ottava il sentiment bullish è precipitato di oltre 15 punti. Una crisi dei Tori, fra il pubblico retail, che non si sperimentava dall’autunno di due anni fa: guardacaso, in concomitanza con il minimo da cui siamo ripartiti.

Evidentemente le borse sono oltraggiosamente in luna di miele con Donald Trump. Ieri Stanley Druckenmiller, stimato ed ascoltato gestore, alla CNBC ha salutato la nuova amministrazione come «la più amichevole nei confronti delle imprese; l’esatto opposto di quella uscente». Sono opinioni personali, che però rilevano un risveglio dei famosi “spiriti animali”. Ieri non a caso il Russell 2000 delle small cap USA ha chiuso in sensibile rialzo.
E verosimilmente l’ISM Index, al palo – anzi, sotto l’asticella – da più di due anni, con la prossima rilevazione mensile farà registrare un balzo verso l’alto. Circostanza non irrilevante per gli investitori, vista la correlazione che lega questo barometro manifatturiero ai profitti aziendali.

A proposito, le aspettative per il quarto trimestre sono per un’espansione del 7.7% rispetto al Q4 del 2023, ma verosimilmente l’asticella risulterà di nuovo contenuta. Ieri Netflix ha sorpreso le aspettative, dichiarando un volume di nuovi abbonati più che duplice rispetto alle attese. La reazione degli investitori non si è fatta attendere.
Utili in crescita, e rendimenti obbligazionari di nuovo calanti risultano una combinazione in grado di deviare il mercato da un percorso di crescita meno impetuoso. E dire che ora si iniziava a vociferare di ineluttabilità di uno yield sui 10 anni al 6% (https://tinyurl.com/AGEit178)...

Dal FOMC di settembre Wall Street è cresciuta di quasi l’8%. Esattamente quanto stimato dal modello previsionale proposto a settembre e riproposto nel 2025 Yearly Outlook: al quale rimandiamo, per una disamina delle prospettive per i mercati azionari per i prossimi dodici mesi.

Gaetano Evangelista - https://www.ageitalia.net

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