Come prendere una saggia decisione operativa in borsa

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 26/04/2024 08:59

Wall Street è reduce da un impressionante rialzo, soltanto interrotto dal blando consolidamento delle passate tre settimane. Mercati azionari ad un crocevia: da qui si torna a scendere, e seriamente; o si riparte dopo una correzione soltanto accennata?

Il rilascio delle stime (“flash”) dei Purchasing Manager Index per il mese di aprile – su un campione rappresentativo dell’85% del panel più ampio di cui sarà reso noto il dato a consuntivo – ha costituito una doccia gelida per la narrazione di una Fed mestamente costretta ad abiurare circa la prospettiva di taglio dei tassi ufficiali nel corso del 2024.
Poche ore prima sui media si era diffusa la convinzione che ormai i giochi per quest’anno fossero fatti: stando a quanto riportava ieri il Financial Times, i trader in opzioni starebbero lavorando alla clamorosa possibilità di un aumento del Fed Funds rate nei prossimi dodici mesi, per effetto di una crescita economica fuori misura, e di un’inflazione che non accenna a rientrare. Le probabilità stimate dalle case di investimento interpellate, oscillerebbero fra il 20 ed il 30 percento.

I PMI flash resi noti da S&P MarkIt hanno spazzato via questa narrazione. In un significativo ribaltamento di ruoli, i dati preliminari hanno mostrato una frenata tanto del settore manifatturiero quanto di quello dominante dei servizi; con sottocomponenti in netto calo: occupazione in particolare. Ciò suggerirebbe la possibilità che il mercato del lavoro, in raffreddamento, possa gravare sulla dinamica finora irresistibile dei consumi. Adesso si profila un bel dilemma per Powell...
Viceversa in Europa, dove l’attesa di un taglio a giugno era diventata ormai consensuale, il PMI dei Servizi ha contribuito nettamente a migliorare gli umori degli operatori, smorzando la docilità apparente dei banchieri centrali. Non a caso l’euro ha reagito riportandosi a ridosso dello short stop giornaliero, a fronte di una probabilità di taglio del policy rate negli Stati Uniti, a fine luglio, ora del 38%. Quantomeno se ne torna a parlare...

Così, mentre negli Stati Uniti si affronta la possibilità che la spinta propulsiva del ciclo economico possa rallentare nel secondo trimestre; in Europa l’idea di una ripresa economica in atto si rafforza, in uno con la possibilità che il taglio atteso a giugno possa essere perlopiù simbolico, e definitivo.
Come reagiranno i mercati azionari sulla base di questo scenario. Non si può collegare una visione strategica ad un singolo dato, peraltro parziale. Ma quanto sperimentato negli ultimi sei mesi resta comunque sul tavolo a dettare la tendenza: lo S&P500 è reduce da un apprezzamento superiore al 25% in cinque mesi. Un evento con pochi precedenti nel passato.
Al solito le opinioni si dividono: fra coloro che denunciano gli eccessi accumulati dal mercato, e coloro che invece rilevano la notevole vitalità del medesimo; e dunque, di riflesso, fra chi confida in un rovescio significativo delle quotazioni, e chi al contrario trae ispirazione da questa vitalità per i prossimi dodici mesi.
Nel Rapporto Giornaliero di oggi forniamo tutte le statistiche storiche necessarie per prendere una saggia decisione operativa.

di Gaetano Evangelista
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