Ci sarà quest'anno il Santa Claus Rally?

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 21/12/2022 12:42

Inizia la serie di setup stagionali che vantano una elevata probabilità di anticipare l'andamento dei mercati dei dodici mesi successivi. Il setup di gennaio 2022 infatti è risultato esemplare nell'anticipare il bear market che tutti abbiamo conosciuto, complici peraltro le azioni del FANG.
 

Le borse americane terminano la seduta poco più che invariati, ma l’aspetto più confortante è che si spezza la sequenza di “candele nere” e di sedute negative che aveva caratterizzato i cinque giorni precedenti: una anomalia sul piano storico, a dicembre, come rilevato nel precedente rapporto.
Resta la frustrazione per un andamento indisponente e non confacente all’ipotesi di una estensione del rimbalzo stagionale inaugurato all’inizio dell’autunno. Le resistenze hanno contenuto il rally, ed i fattori ciclici hanno finora avuto la meglio. Colpa soprattutto delle grandi capitalizzazioni della tecnologia, che per tutto il 2022 hanno fatto mancare il loro apporto.
Delle Sei Sorelle, Amazon risulta ora la prima ad aver ceduto più di un trilione di dollari di capitalizzazione dai massimi. Le altre cinque – Apple, Alphabet, Meta, Microsoft e Tesla – lamentano un passivo nell’ordine dei tre quarti di trilione. Bizzarro: ci siamo lamentati per anni di un mercato che finiva per poggiare irrimediabilmente su poche megasocietà, mentre adesso stigmatizziamo il comportamento del medesimo mercato, che cerca di fare a meno dell’apporto delle medesime società.
Sì, perché se confrontassimo l’indice S&P equiponderato con il comune S&P 500, scorgeremmo una inclinazione confortantemente positiva sin dalla fine del 2021. L’azione mediana americana ha fatto molto meglio dell’indice pesato, pur avendo ceduto terreno negli ultimi dodici mesi. Se le citate Sei Sorelle hanno perso dai massimi più di 5 trilioni di dollari, le restanti 494 hanno subito una perdita al momento di quasi 12 trilioni di dollari. Nel bene come nel male, il FANG o come si chiama ora, ha condizionato il mercato.
E questo contribuisce a spiegare come mai gli Stati Uniti quest’anno figurino al quart’ultimo posto nel ranking per performance delle prime 25 borse al mondo per dimensioni. Parziale consolazione per gli americani: soltanto 4 indici possono vantare nel 2022 un saldo positivo.
Gli aspetti stagionali, che hanno consentito poco meno di un anno fa di anticipare la debacle delle borse di questo dimenticabile 2022, siamo certi che consentiranno ancora una volta di delineare un ventaglio di previsioni per l’anno entrante. Il principale strumento a nostra disposizione, registra per il momento uno sconfortante saldo del -3.6%; che certo si può ancora recuperare nelle prossime settimane. Ma sarà difficile raggiungere la soglia del +3.0%, il prossimo 19 gennaio, oltre la quale lo scenario si farebbe radioso.
Domani sera, invece, dopo la chiusura inizia la finestra del Santa Claus Rally (SCR), accreditata di una performance media storica del +1.3%. Ribassi di mercato o perlomeno consolidamenti si sono manifestati quando lo S&P non è stato in grado di rispettare la tradizione a conclusione della “sette giorni” che si chiude dopo la seconda seduta di gennaio.
 

Il commento di Gaetano Evangelista
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