Ci pensi bene, signora Yellen

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 08/09/2015 15:57

Si avvicina il sentitissimo appuntamento con il FOMC di questo mese, chiamato a pronunciarsi sull'eventualità di aumentare i tassi di interesse ufficiali americani, per la prima volta dopo più di nove anni. La signora Yellen ha manifestato chiaramente l'intenzione di avviare quanto prima la normalizzazione della politica monetaria americana, anche se a nostro modesto parere la tempistica appare infelice sotto diversi punti di vista.

Dal punto di vista macro, perché sebbene i lavoratori attivi siano quasi due milioni e mezzo in più rispetto al 2007, si tratta in significativa misura di lavori a tempo parziale o di bassa qualità. Non a caso i lavoratori a tempo pieno soltanto ad agosto hanno raggiunto i livelli precedenti la Grande Recessione. Senza considerare che, malgrado tutti gli stimoli posti in essere, negli ultimi sette anni la crescita reale media del PIL americano si attesta tuttora ai livelli più bassi dal Dopoguerra.

Dal punto di vista finanziario, perché al momento il rendimento del Cash, virtualmente nullo, risulta quest'anno superiore sia al ritorno fornito dall'Equity, sia a quello del mercato obbligazionario: non accadeva dal 1990, e conferma un disagio dei mercati finanziari che potrebbe sfociare in qualcosa di peggiore. E dal punto di vista fondamentale, perché il ventilato aumento dei tassi giungerebbe nel momento in cui i profitti aziendali puntano minacciosamente verso il basso.

Wall Street ha già fornito alcuni vistosi segnali di inversione di tendenza. Resistono meglio le borse europee, i cui supporti strutturali risultano al momento intatti. Nonostante il recente ridimensionamento, Piazza Affari vanta in questo momento la migliore performance annuale fra le prime 25 borse al mondo: merito anche del brillante supporto che riproponiamo nel rapporto di oggi, e la cui tenuta è vitale per scongiurare il peggio. Quando quel supporto dinamico è stato decisamente abbattuto, l'ultima volta, il bear market è risultato devastante.


Gaetano Evangelista
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