Che fine ha fatto il "Sell in May and go away"?

Gaetano Evangelista - 28/05/2015 13:34

Due sono i condizionamenti tecnici che hanno influenzato ieri i mercati azionari che seguiamo con maggiore costanza. A Piazza Affari, l'indice All Share ha reagito brillantemente al test millimetrico del supporto offerto dal long stop giornaliero; ponendosi nella condizione migliore per aggredire il massimo di metà aprile, peraltro già superato nella versione "total return", inclusiva cioé dei dividendi.

A Wall Street invece lo S&P è ripartito, dopo aver conseguito un minimo in linea con la scadenza ciclica del Delta System. In linea teorica qui dovremmo salire fino alla prima scadenza di giugno, mostrata sul Rapporto Giornaliero di ieri. Significativo il nuovo massimo storico raggiunto dal Nasdaq Composite; tanto più che avviene in mese tradizionalmente avverso ai mercati di rischio (che ne è stato del "Sell in May..."?). Una circostanza inconsueta, sperimentata in tutto una dozzina di volte da quando esiste l'indice di Times Square. Ce ne occupiamo nel rapporto di oggi.

Allargando la visuale, bisogna riconoscere come il profilo di fondo dei mercati azionari resti evidentemente favorevole. Il MSCI World ha fornito la sua nitida opportunità di ingresso ad ottobre, quando fu toccato il supporto che ne delimita da anni l'andamento; peccato che per molti all'epoca la minaccia più concreta era la presunta epidemia di Ebola (che si associa alle influenze aviaria, suina e bovina che hanno paralizzato non pochi investitori in questi anni). Oggi, come si può apprezzare, il MSCI All Country Index, che include anche le borse emergenti, si colloca esattamente a metà del canale ascendente in essere dalla fine del 2011, e il cui estremo superiore, a titolo di cronaca, si attesta ad un 10% scarso dai livelli correnti.

Gaetano Evangelista
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