Borse ex USA alle prese con il massimo del 2007

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 12/11/2021 11:48

Oltre 500 miliardi di dollari, raccolti dai fondi comuni obbligazionari soltanto negli Stati Uniti, solo negli ultimi dodici mesi; lamentano pesanti minusvalenze per effetto dell'aumento dell'inflazione. Che invece agisca da balsamo per i profitti aziendali, arridendo a Wall Street.

Seduta dominata dal rilascio dello scioccante dato inflazionistico negli Stati Uniti nel mese di ottobre. Come già riportato da diverse fonti, i prezzi al consumo crescono negli Stati Uniti ai ritmi più intensi degli ultimi trent’anni. Ed a poco servono i vari distinguo operati nei mesi passati dalla Federal Reserve: anche al netto della fiammata dei generi alimentari e delle fonti energetiche, l’inflazione supera il 4.5%: fuori dalla comfort zone ufficiale.
Come è ragionevole attendersi, il reddito fisso paga lo scotto maggiore. Gli investitori fin qui hanno concesso alla banca centrale il beneficio del dubbio, ma con rendimenti reali pesantemente negativi – il Decennale di Stato USA rende correntemente il -3.0% anche al netto del CPI core – è difficile non provare un moto di disapprovazione. Soprattutto alla luce dei 515 miliardi di dollari di raccolta netta, soltanto da parte dei fondi comuni obbligazionari americani, solo negli ultimi dodici mesi: una generosa cambiale firmata in bianco, che vacilla a fronte di uno dei peggiori anni della storia dei titoli di Stato.

Naturalmente in termini relativi questo è grasso che cola per il mercato azionario, che offre un generoso dividend yield, senza considerare il potenziale da apprezzamento in conto capitale. Lo S&P500 è reduce dalla seconda seduta negativa consecutiva, ma mantiene uno spettacolare guadagno (+23.7%) dall’inizio dell’anno: una tentazione irresistibile per investitori frustrati e bruciati dalle parole minimizzanti di un governatore che peraltro, stando alle ultime cronache riportate, adesso viene messo addirittura in discussione dalla Casa Bianca. Che infatti si attarda nel definire il successore di Powell.

Anche gli altri listini azionari mondiali si concedono una pausa rigeneratrice, dopo una corsa a perdifiato. Fa eccezione Piazza Affari, che però aveva ceduto maggiormente nelle 48 ore precedenti. Interessante è il profilo tecnico del MSCI World ex USA.
L’indice di tutte le borse mondiali, escluse quella americana, da mesi è alle prese con il massimo del 2007. Una resistenza naturale, a fronte della quale l’indice ha tentennato, disegnando la medesima figura delineatasi nel 2019, anche allora a ridosso della media mobile a 200 giorni, subito prima di un decollo verticale.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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