È ancora Trump market? o è già Biden Market?...

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 25/11/2020 12:43

Ieri Dow Jones e Nasdaq hanno regalato la soddisfazione di conseguire nuove, simboliche cifre tonde, mentre lo S&P500 in chiusura ha conseguito un nuovo massimo storico. Nel frattempo si discute dell'esuberanza degli investitori, segnalata dal Fear&Greed Index.

In poche settimane è mutato il volto del mercato: alla fine di ottobre meno del 6% delle azioni europee quotava sopra la propria media mobile a 50 giorni, fornendo un ulteriore elemento a supporto dell’ipotesi su cui si lavorava di un minimo in formazione. Il rialzo di questo mese è stato spettacolare, superiore anche alle più rosee previsioni della vigilia.
Ieri Dow Jones e Nasdaq hanno regalato la soddisfazione di conseguire nuove, simboliche cifre tonde, mentre lo S&P500 in chiusura ha conseguito un nuovo massimo storico. Per il vecchio Dow è stato necessario attendere ben 314 giorni per passare da 29 a 30 mila punti; il precedente scatto "millenario" essendo occorso dopo appena 61 giorni: una attesa che però ci ripaga appieno. Splendide le performance del Russell 2000 e del MEIF (Materials, Energy, Industrial e Financial): evidenza di una rotazione settoriale indicata in tempi non sospetti, e che ora si fa convinta leadership di mercato.
A Wall Street c’è già chi lo chiama il “Biden Market”. Dalle elezioni, la borsa americana ha messo a segno un guadagno del 7.9%: persino superiore alla reazione vivace messa a segno quattro anni fa in seguito all’elezione a sorpresa di Donald Trump. Per il presidente eletto degli USA, si tratta della titolarità del ritorno più consistente dalla prima amministrazione Reagan.
Ovvio l’entusiasmo degli investitori, che traspare dal flusso di denaro che si sta incanalando verso il mercato azionario, nonché dai vari sondaggi di sentiment, che fotografano umori finalmente rilassati, grazie anche alla diffusa percezione di un 2021 meno turbolento dell’anno in corso, e di minori incertezze sul fronte geopolitico. Ieri nelle sale operative si discuteva molto della fiammata del Fear&Greed, indicatore composito di sentiment calcolato da CNN, schizzato ad 88 punti: il livello più elevato degli ultimi dieci mesi.
Questa fiammata, ne siamo sicuri, persuaderà gli autoemarginatisi da listino ad una ulteriore, stoica resistenza: «sì, era una buona idea comprare a suo tempo, ma ormai è troppo tardi: c’è troppo ottimismo».
In passato abbiamo esaminato la capacità predittiva di questo indicatore. Nel Rapporto Giornaliero di oggi proponiamo una disamina degli episodi degli anni passati di un sentiment così esuberante, a fronte della conseguente performance di mercato. Gli investitori prendano nota.

Articolo a cura di Gaetano Evangelista
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