Ammassare plusvalenze per il futuro

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 01/09/2021 12:45

Ogni mese gli investitori staccano il tagliando per il benessere finanziario: ignorando anche quest'anno il Sell in May, i mercati azionari hanno conseguito una nuova performance positiva. La settima di fila per l'indice S&P500. Cosa riserva questa eccezionale successione per i mesi a venire?

Gli investitori dunque staccano il periodico assegno del vitalizio che i mercati assicurano loro da tempo. Con agosto, si chiude per lo S&P500 il settimo mese positivo di fila: una circostanza sperimentata già altre 14 volte dal 1950, come si rilevava nel rapporto di ieri; con effetti ben precisi in ottica di medio periodo.
Altro che "Sell in May and go away". La prevalenza degli acquisti da parte di investitori cronicamente sottopesati e, d’altro canto, l’esiguità delle vendite – si dispone molto più di liquidità da impiegare che di carta da liquidare... – ha ribaltato una consuetudine stagionale che peraltro da svariati anni non fa capolino a Wall Street e dintorni. Gli ultimi tre mesi hanno visto lo S&P500 conseguire una performance superiore al 7.5%. Anche in questo caso viene in soccorso l’esame statistico, che delinea una ben precisa evoluzione da qui alla fine dell’anno, come delineato nel rapporto stagionale a disposizione degli abbonati.
Certo si potrà legittimamente obiettare che buona parte del merito di questi risultati, è riconducibile al peso considerevole delle società del FANG in senso ampio, che dominano a Wall Street e scarseggiano altrove (avercene noi questi problemi...). In effetti se considerassimo il Value Line Index, che equipondera circa 1700 società, si scorgerebbe una direzionalità pressoché nulla dalla seconda metà di marzo a non più di un paio di settimane fa.
Il che però pone ai ribassisti un angosciante dilemma: se quella degli ultimi quasi sei mesi è una fase di ri-accumulazione, dove sarà mai diretto il mercato azionario? 5000 punti di S&P500? 3500 di MSCI World? 4700 di Eurostoxx50? Con i mercati a due terzi del calendario, e con la tintarella estiva che incomincia a scolorire; è legittimo iniziare a fare alcuni bilanci di fine anno, e fissare propositi di migliore condotta per l’anno nuovo.

Nel frattempo l’asset allocation suggerita dal nostro modello per il mese di settembre non accenna a ridurre l’esposizione al rischio. Saranno pure sopravvalutati, ma i mercati azionari continuano a godere delle preferenze di una ponderazione di oltre venti elementi: macroeconomici, fondamentali, stagionali, quantitativi e tecnici. Dall’inizio di novembre in avanti non siamo mai scesi sotto al 75% di azioni, ammassando plusvalenze che torneranno comode al momento opportuno.

Report a cura di Gaetano Evangelista
www.ageitalia.net
 

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