Ad analisti ed investitori sarebbe servito un elettroshock

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 07/11/2019 15:07

Con otto mesi quest’anno positivi su dieci, per il MSCI World dal 1980 soltanto il 2017 ha fatto registrare una annata migliore (9 su 10 ad ottobre). Non sarebbe uno scandalo se i listini tirassero il fiato per qualche giorno.


I mercati azionari si concedono una pausa, dopo una arrampicata senza soluzione di continuità dall’inizio di ottobre. D’altro canto, con otto mesi quest’anno positivi su dieci, per il MSCI World dal 1980 soltanto il 2017 ha fatto registrare una annata migliore (9 su 10 ad ottobre). Non sarebbe uno scandalo se i listini tirassero il fiato per qualche giorno.
Giusto il tempo per compattare lo scetticismo, che quest’anno ha fatto la fortuna di analisti e investitori immunizzati al rumore esogeno. La CNBC l’altro ieri ha rilevato come, dei 17 “esperti” interpellati su base periodica, soltanto 3 vantano per lo S&P un target price per fine anno superiore ai livelli correnti. La proiezione mediana, a 3000 punti, è di gran lunga più bassa del target che nell'Outlook di metà anno abbiamo enunciato per la borsa americana.

In buona solitudine, a giudicare dal fatto che soltanto il 56% degli scrittori di newsletter finanziarie americane si proclama bullish sul mercato. Un dato certo considerevole in assoluto; ma bisogna considerare che la categoria tende storicamente a propendere verso la positività. Non per niente ad inizio 2018 i Tori erano il 78%.

Probabilmente analisti ed investitori abbisogneranno di una scossa – forse un elettroshock sarebbe più appropriato – per risvegliarsi dal coma che li ha colpito per dieci mesi (a noi è servito un ADT11 a gennaio superiore al 66.6% per scuoterci). Negli Stati Uniti il Value Line Index è salito ai massimi degli ultimi dodici mesi; mentre in Europa lo Stoxx600, reduce dal superamento della barriera a 390 punti, è risalito a meno del 3% da un nuovo massimo assoluto. Difficile rimanere insensibili di fronte ad uno sfondamento che non potrebbe non essere etichettato come storico.
Ma probabilmente occorrerà pazientare prima di registrare un ulteriore progresso. Si registra una certa accondiscendenza di breve periodo: in termini di media a 10 giorni, il put/call ratio azionario è sceso sotto quota 0.60: appena 60 put ogni 100 call, mediamente, nelle ultime due settimane. Il Rapporto Giornaliero di oggi chiarisce cosa implichi questa lettura per le prossime settimane.


Gaetano Evangelista
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