A Piazza Affari il peggio deve ancora venire

Gaetano Evangelista Gaetano Evangelista - 30/05/2018 13:45

Gli investitori fuggono da Piazza Affari, preda di panico e scoramento. Bisogna ancora una volta sottolineare come l'anomalia non sia tanto costituita da questo crollo, certo esasperato dalle incertezze politiche, ma prevedibile alla luce di quanto denunciato ad inizio mese circa l'insostenibile premio di performance rispetto all'Eurostoxx50; quanto il rialzo che l'ha preceduto. Un rialzo che ha condotto alla formazione del nuovo massimo ad aprile, registrato a ridosso di tutta una serie di resistenze di lungo e lunghissimo periodo che abbiamo tempestivamente denunciato.

Nel rapporto di ieri ci siamo soffermati sull'importanza dei livelli raggiunti, e sulla minaccia ulteriore ora arrecata da questa configurazione di inversione su base mensile. Il mercato appare ovviamente provato da una simile debacle, con una assoluta prevalenza di Down Volume (l'Up Volume nelle ultime due settimane è stato pari in media ad appena il 23.7% del totale), con ovviamente gli indicatori in ipervenduto e con una evidente capitolazione sul piano formale. Il Panic Index ieri è schizzato a 180 punti, a testimonianza di vendite al meglio: una circostanza che ancora una volta ci riporta all'esperienza del 2015, quando il mercato risultò analogamente impegnato in una laboriosa distribuzione, con l'affondo di fine estate che fu opportunamente contenuto dalle mani forti, a favore di un rimbalzo tanto confortante quanto effimero. Il peggio, insomma, deve ancora venire; anche se non si può escludere un rimbalzo che però servirebbe a ben poco.

Anche Wall Street si sta muovendo in linea con le aspettative: quelle che suggerivano un massimo sul finire del mese di maggio. Era una delle previsioni del 2018 Yearly Outlook (pagina 113), rafforzata dal modello previsionale proposto agli abbonati alla fine di marzo, e che Wall Street sta ricalcando fedelmente. Stando così le cose, pur mantenendo una relativa sovraperformance, la borsa americana dovrebbe sperimentare una flessione fino al target temporale segnalato nel rapporto di oggi.

Sullo sfondo, la contrazione dell'apporto benefico di liquidità, garantito dalla politica monetaria delle banche centrali, e il già denunciato deterioramento congiunturale globale: iniziato in Europa, e proseguito negli Stati Uniti. Anche di questo, ci occuperemo nel rapporto da cui questo commento sintetico è estratto.


Gaetano Evangelista
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