Pensione minima in Italia: a quanto ammonta?
Redazione Traderlink - 12/01/2022 18:25
Ormai tutti sanno che effettivamente il tema legato alle pensioni rappresenta un aspetto di fondamentale importanza per una grande fetta della popolazione italiana che attualmente ha terminato il proprio periodo lavorativo, avendo raggiunto i requisiti legati all’età anagrafica e all’anzianità contributiva disposti dalla normativa di riferimento.
A questo proposito, uno degli elementi di discussione al centro del dibattito di Governo riguarda sicuramente la questione degli importi, i quali spesso risultano essere particolarmente bassi, tanto da essere considerati al di sotto dei limiti stabiliti dalla legge.
Per questo motivo, è necessario fare riferimento ad un concetto spesso poco conosciuto dagli stessi pensionati che fa riferimento all’esistenza di una cosiddetta pensione minima.
È chiaro, dunque, che i dubbi in relazione a questa misura economica sono ancora numerosi, visto la scarsa consapevolezza dei pensionati in merito all’esistenza di tale contributo.
Per questo motivo, vedremo insieme, tutte le peculiarità legate alla pensione minima, approfondendo gli aspetti legati non soltanto agli importi della pensione minima in Italia, ma anche sottolineato quali sono le caratteristiche dei cittadini che potranno effettivamente percepire tale integrazione all’assegno previdenziale.
Pensione minima: cos’è e in cosa consiste l’integrazione?
Come evidenziato anche all’interno dell’articolo LeggiOggi.it, la pensione minima rappresenta una misura economica che è stata formulata dalla squadra dell’esecutivo con l’obiettivo di andare ad aiutare maggiormente quei cittadini italiani che sono andati in pensione e che purtroppo si ritrovano a ricevere un importo dell’assegno previdenziale particolarmente basso.
A questo proposito, quindi, la pensione minima si configura come un importo minimo stabilito dalla legge, che potrà essere raggiunto da parte di tutti quei pensionati italiani che ricevono un assegno di pensione molto basso.
In tal senso, questi cittadini che rientrano nella categoria appena citata avranno la possibilità di ottenere un trattamento integrativo minimo INPS che consiste nell’effettiva integrazione degli importi della pensione, fino al raggiungimento effettivo della cosiddetta pensione minima.
Pensione minima: il contesto generale e normativo
La pensione minima, anche diffusa con il nome di integrazione al trattamento minimo previdenziale, è stata approvata ed introdotta per la prima volta in seguito all’entrata in vigore della legge numero 638 del 1983.
Nello specifico è l’articolo 6 a stabilire effettivamente l’introduzione di un diritto inviolabile del cittadino ad accedere ad un assegno previdenziale con un importo che risulti essere almeno sufficiente per poter assicurare una vita e un benessere dignitoso.
Si può quindi concludere, sulla base delle disposizioni e delle norme legate alla legge numero 638 del 1983 che l’obiettivo fondamentale portato avanti dall’esecutivo attraverso il trattamento integrativo della pensione, è sicuramente quello di riuscire ad ottenere un miglioramento della condizione sia economica che sociale dello stesso pensionato.
Pensione minima: quali sono gli importi?
In attesa di scoprire quali saranno le novità che saranno messe in atto da parte della squadra dell’esecutivo italiano nel corso dei prossimi mesi del nuovo anno, è possibile tuttavia fare alcune considerazioni in merito agli importi che contraddistinguono la pensione minima INPS, in riferimento all’anno appena passato.
A questo proposito, per l’anno 2021, il trattamento integrativo risultava essere stati aumentato leggermente rispetto al precedente anno, arrivano alla soglia di 515,58 euro.
Questo si traduce che, nei casi in cui un cittadino riceve un assegno previdenziale inferiore al limite di 6.702,54 euro all’anno, ovvero 515,58 euro diviso tredici mensilità, la sua pensione potrà ottenere un incremento fino a raggiungere appunto i 515,58 euro al mese.
I requisiti obbligatori per accedere alla pensione minima
Come sottolineato anche all’interno della sezione telematica INPS dedicata all’importo aggiuntivo delle pensioni al minimo, è necessario precisare che dovranno essere rispettate alcune condizioni fondamentali affinché il pensionato in questione possa effettivamente accedere a tale sostegno.
In primo luogo, occorre evidenziare che l’importo aggiuntivo della pensione minima non spetta nei confronti di coloro i quali percepiscono dei trattamenti di tipo assistenziale, ovvero come le prestazioni previste per gli invalidi civili oppure le pensioni e gli assegni sociali.
Allo stesso tempo, non potranno ottenere il trattamento integrativo della pensione neanche i cittadini che percepiscono trattamenti che non hanno natura di pensione oppure i dipendenti degli enti creditizi o dirigenti aziendali.
Infine, sono stati disposti anche una serie di limiti legati al reddito personale del pensionato, il quale non può essere superiore ai 10.043,87 euro, così come anche del reddito coniugale, fissato a 20.087,73 euro.
L’erogazione del trattamento integrativo potrà essere richiesta direttamente da parte del cittadino che percepisce un assegno previdenziale e ritiene di essere in possesso di tutte le condizioni necessarie per accedere alla pensione minima INPS, attraverso la piattaforma telematica predisposta da parte dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale.
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