Dopo un lungo stop dovuto ad un’agenda di governo piena di impegni, la discussione sulle pensioni e sulla riforma che dovrebbe completarsi entro quest’anno, sembra essere ripresa.
Naturalmente, ci sono altre questioni più imminenti che hanno monopolizzato - o quasi - l’attenzione, come il caro energia e i modi e le soluzioni per contenere i suoi effetti, sia sulle imprese che sulle famiglie.
In ogni caso, dopo la parentesi dell’elezione del Presidente della Repubblica, i sindacati hanno nuovamente ripreso a proporre soluzioni e idee.
La situazione, tuttavia, è ancora in fase di stallo, ma andiamo ad analizzare quali sono le ultime notizie di oggi sulle pensioni e sulla riforma che, ancora, è in fase di gestazione.
Pensioni: ecco le ultime novità!
Il confronto sulle pensioni è tutt’altro dall’essere chiuso. In una fase più di stallo che di cammino, comunque, le ipotesi non mancano di sicuro.
La riforma delle pensioni si presume sarà completa entro la fine del 2022, per permettere di andare in pensione con il nuovo regime, a partire dal 1° gennaio del 2023.
La Legge di Bilancio del 2022 ha tracciato un debole sentiero da percorrere, introducendo al posto di Quota 100 - misura amata/odiata e molto discussa -, la pensione anticipata Quota 102.
Una misura “ponte” provvisoria, in attesa della riforma.
Ma quali sono le proposte dei sindacati? Si spera di virare verso l’uscita dal mondo del lavoro a sessantadue anni oppure si punta al solo requisito contributivo: pensionarsi con quarantuno anni di contributi versati, a prescindere dall’età anagrafica posseduta.
Ma il governo è sempre vicino alla Legge Fornero e, quindi, poco incline, per il momento, a scostarsi dai sessantaquattro anni di età.
Si ritornerà ad una Legge Fornero, ma più morbida? Analizziamo quali sono le ultime novità, alla luce delle proposte avanzate dai sindacati e dalla posizione del governo.
Cosa accadrà dopo Quota 102?
Trovare un punto di accordo è molto difficile. Infatti, sul sito pmi.it leggiamo:
“Il mancato vertice sulla flessibilità in uscita era stato il motivo per cui era saltato l’incontro politico dello scorso 7 febbraio […]”.
Infatti, l’esecutivo dovrebbe tenere un nuovo tavolo tecnico con i Sindacati, il 15 febbraio, alle ore 18.00, nel quale si discuterà sulle nuove formule di uscita anticipata dal mondo del lavoro. Si ricorda, infatti, che il “ponte” di Quota 102 terminerà a fine anno.
Si tratta di un tavolo tecnico molto importante che potrebbe già svelare in quale direzione sta virando il governo per la riforma del sistema previdenziale italiano.
Novità pensioni: ecco le parti a confronto!
Se da una parte ci sono i sindacati che spingono verso misure di tutela per giovani precari e donne, dall’altra la linea Franco-Orlando vira verso un ritorno alla Legge Fornero, naturalmente, non esente da modifiche.
Passiamo al vaglio entrambe le linee.
I sindacati, così come abbiamo appena detto, cercano di muovere verso soluzioni di tutela per i giovani che hanno avuto carriere discontinue e precarie, per far sì che al momento della pensione non si trovino con importi troppo bassi.
Infatti, il rischio maggiore di percepire una pensione troppo bassa e in un’età troppo avanzata lo incorrono soprattutto i giovani che hanno iniziato a lavorare prima del 1996. In questo caso, la pensione che potrebbero percepire risulterebbe anche più bassa del limite minimo.
Così come anche per le madri lavoratrici: la richiesta è quella contare anche i periodi di maternità in cui la madre si è dovuta assentare dal lavoro.
Sul fronte opposto, la linea del governo è rivolta ad una Legge Fornero riformata, in modo che i lavoratori abbiano comunque la possibilità di scelta di un ritiro anticipato, ma penalizzato sull’assegno pensionistico. Basti pensare, per esempio, ad Opzione Donna.
La preoccupazione rimane molto alta e si stanno pensando soluzioni per evitare che le pensioni e, soprattutto, quelle anticipate rappresentino un costo troppo elevato sulle casse dello Stato.
Infatti, quel che resta da capire - tra le tante cose - è se, ipotizzando che vengano approvate, queste misure risultino troppo dispendiose oppure no.
Pensioni anticipate: che ne sarà con la riforma?
Come sappiano sia Opzione Donna che Ape Sociale erano state istituite come misure sperimentali. Tuttavia, la sperimentazione non è finita ed entrambe sono state riconfermate diverse volte, fino alla Legge di Bilancio del 2022, che le ha prorogate per tutto il 2022.
Ma il prossimo anno? È in dubbio un’ulteriore proroga di Opzione Donna - d’altronde così come era in dubbio anche per quest’anno - in vista della riforma delle pensioni.
L’obiettivo della riforma, anche se ancora è tutto da vedere, è quello di trovare altre soluzioni di pensioni anticipate che vadano ad integrare le pensioni del sistema previdenziale italiano.
In ogni caso, come abbiamo ripetuto più volte, ancora nulla è stato definito.
In attesa di conoscere maggiori informazioni, ricordiamo che per il 2022, i requisiti di accesso ad Opzione Donna sono i seguenti: è necessario avere un’età di cinquantotto anni, se lavoratrice dipendente, e di cinquantanove anni, se autonoma.
In entrambi i casi, è necessario, inoltre, aver maturato almeno trentacinque anni di contributi versati.
Discorso analogo potremmo farlo sull’Ape Sociale. Ancora non si sa se quest’altra misura verrà prorogata anche al 2023 oppure se anche l’Ape Sociale verrà sostituita con altre forme di uscite anticipate dal lavoro.
Ciononostante, si tratta di un anticipo pensionistico per i lavoratori gravosi e usuranti che, per di più, quest’anno si rivolge ad un pubblico molto più ampio di possibili beneficiari.
Concludiamo dicendo che, ad oggi, le novità sulla riforma delle pensioni sono molto esigue. Per conoscere maggiori dettagli e capire meglio quale direzione il governo intenderà percorrere, non rimane che attendere il prossimo tavolo tecnico con i sindacati.
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