Il legislatore ha messo a disposizione dei contribuenti un documento informativo che permette di capire come regolarizzare la propria posizione nel caso di errori nel versamento dei tributi locali.Nella Circolare n. 1/ DF del 14 aprile 2016 vengono esaminati diverse casistiche che possono prevedere il rimborso della somma oppure la correzione dell’errore.
Nel caso in cui sia previsto il rimborso, il cittadino dovrà presentare una richiesta, invece, nel caso in cui il rimborso non sia previsto, il cittadino è tenuto a presentare solo una semplice comunicazione dove viene dichiarato l’errore commesso. Saranno poi gli enti a regolarizzare la situazione internamente.
Nell’ambito dei tributi locali, quando è prevista la richiesta di rimborso, quest'ultima sarà presentata sempre al comune, anche se dovesse riguardare la quota erariale. Sarà poi il comune a far partire l'istruttoria e a fare le dovute comunicazioni allo Stato.
Quali sono gli errori più frequenti nel versamento dei tributi?
Con la Circolare n. 1/DF del 14 aprile 2016 sono state stabilite le procedure per risolvere gli errori nel versamento dei tributi locali. Di solito questo tipo di errori riguardano soprattutto l’IMU. La causa è certamente la contemporanea presenza di due distinte obbligazioni da assolvere sia nei confronti dello Stato sia nei confronti del comune. - pagamento del tributo ad un comune differente da quello competente;
- pagamento del tributo in eccesso;
- versamento effettuato allo Stato di una somma spettante al comune;
- versamento al Comune di una somma spettante allo Stato.
Versamento di un tributo a un comune differente da quello competente
Grazie al Decreto del 24 febbraio 2016 e alla successiva circolare, è stata stabilita una prassi da seguire nei casi, sempre più frequenti, di errori nel versamento dei tributi.
Per esempio, il contribuente che ha effettuato un errato versamento di tributi a un comune diverso da quello competente, avrà il compito di inviare una semplice comunicazione ad entrambi i comuni.
La comunicazione dovrà contenere:
- gli estremi del versamento effettuato;
- l’importo versato;
- gli eventuali dati catastali dell’immobile a cui si riferisce il tributo;
- l’ente locale che avrebbe dovuto ricevere il tributo e l’ente locale che invece lo ha ricevuto, erroneamente.
Il comune incompetente che ha ricevuto il tributo erroneamente, dovrà riversarlo entro 180 giorni al comune competente. L'ente incompetente è tenuto a questo riversamento anche nel caso in cui sia lui stesso ad accorgersi dell'errore, senza aver ricevuto alcuna comunicazione da parte del contribuente.
In questo caso, dunque, il contribuente non riceverà alcun rimborso, ma saranno i due comuni a regolarizzare internamente la loro posizione.
Ricordiamo che questa procedura è valida solo quando l'errore è stato commesso dal contribuente.
Se invece l'errore è stato commesso dall'operatore dello sportello bancario o postale, bisognerà presentare una richiesta formale di correzione direttamente alla banca o alle poste. Sarà l'istituto poi a procedere alla correzione.
Cosa accade quando si versa un tributo in misura superiore al dovuto?
La domanda di rimborso dovrà essere presentata entro 5 anni dalla data del versamento errato. Nella domanda andranno inseriti oltre i dati indicati prima, anche l'IBAN dove dovrà avvenire il rimborso della parte di tributo erroneamente pagata.
Nell’ambito dei tributi locali, la richiesta di rimborso dovrà essere presentata sempre al comune, anche se riguarda una parte di tributo versata per sbaglio allo Stato.
Il comune comunicherà al MEF l’eventuale quota di rimborso a carico dell'Erario e provvederà autonomamente solo per la propria competenza entro 180 gg dalla presentazione della domanda.
Lo Stato, invece, predisporrà il rimborso per la sua quota tramite il Dipartimento delle Finanze, che eseguirà il rimborso entro 90 giorni dalla data di ricezione della comunicazione da parte del comune.
L’ente locale potrebbe anche decidere di rimborsare al contribuente l’intera somma. In questo caso l'Erario provvederà successivamente al riversamento della sua quota nei confronti del comune.
Versamento errato di tributi allo Stato invece che al comune o al comune invece che allo Stato
In quest'ultimo caso il contribuente dovrà presentare comunicazione sempre al comune.
Il comune, una volta ricevuta la comunicazione da parte del contribuente che ha commesso l'errore, procederà all’istruttoria, la quale non potrà durare più di 180 giorni.
Alla fine di questa fase, l’ente locale comunicherà qual è l'importo della quota del tributo versata dal contribuente all’erario ma di pertinenza del comune o versata per sbaglio al comune, ma di pertinenza dell'erario.
I due enti procederanno dunque ad una regolarizzazione interna della situazione.
Questo può avvenire anche senza comunicazione del contribuente, nel caso in cui il comune si accorga da solo dell'errore avvenuto. @Autore Foto