Ecco come funziona il credito d'imposta su ricerca, sviluppo e innovazione!

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 30/05/2022 13:04

Oltre al credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, il quale ha riscontrato un ampio successo da parte delle imprese richiedenti, il Ministero dello Sviluppo Economico si occupa anche dell’erogazione di un ulteriore finanziamento.

Si tratta, infatti, del cosiddetto Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione esteticaNello specifico, la misura in questione rappresenta a tutti gli effetti un beneficio economico che potrà essere riconosciuto nei confronti di quelle imprese che operano esclusivamente entro i confini territoriali dell’Italia e che rispondono a determinati requisiti.

Per questo motivo, è diventato sempre più importante assicurarsi di comprendere effettivamente quali siano le condizioni previsti affinché le imprese intenzionate ad accedere al credito d’imposta possano effettivamente usufruire di tali contributi.

In tal senso, all’interno del seguente articolo, infatti, saranno approfonditi nel dettaglio non soltanto gli aspetti peculiari e le caratteristiche distintive del nuovo credito d’imposta per le imprese, ma anche gli importi e le sue modalità di erogazione.

Dunque, nei prossimi paragrafi, sarà offerta una panoramica generale al fine di comprendere a chi si rivolge il sostegno economico ma anche quali sono le attività ammissibili ai fini dell’accettazione della richiesta elaborata da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.
 

Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica: le caratteristiche 

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica rappresenta oggi una misura avente come obiettivo fondamentale quello di riuscire a sostenere la competitività di tutte le aziende che operano nel territorio nazionale. 

Per questo motivo, il credito d’imposta è stato pensato appositamente da parte del Ministero dello Sviluppo Economico con l’obiettivo di rendere le imprese italiane di tutti i tipi maggiormente competitive sul mercato, andando a stimolare anche un incremento degli investimenti nel settore della ricerca e dello sviluppo.

In questo senso, quindi, occorre anche fare alcune precisazioni per quanto riguarda le categorie di imprese al quale si rivolge il credito d’imposta in questione, oltre che le attività ammissibili e le spese ammesse.
 

A chi spetta il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica 

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica è destinato ad alcune categorie di imprese che operano e risiedono nel territorio dello Stato italiano. A questo proposito, quindi, a tali categorie si intendono incluse anche delle organizzazioni che appartengono a soggetti che non risultano essere residenti in Italia.

Inoltre, occorre anche precisare che ai fini dell’accesso e del riconoscimento del credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica potranno trasmettere l’istanza di richiesta tutte le imprese operanti nel territorio nazionale.

 Ciò significa, quindi, che non si prenderà in considerazione ne la dimensione né tantomeno la natura giuridica, il regime contabile oppure il sistema fiscale dell’impresa stessa. 

Occorre anche specificare che non potranno avere la possibilità di accedere al credito d’imposta gestito da parte del Ministero dello Sviluppo Economico quelle imprese che si trovano nello stato di liquidazione volontaria. 

In tal senso, sono escluse anche quelle imprese che si trovano in una condizione di fallimento, oppure di liquidazione di tipologia coatta amministrativa, così come anche tutte quelle imprese che sono state coinvolte da sanzioni interdittive (in riferimento a quanto predisposto all’interno dell’articolo 9, comma 2, relativo al decreto legislativo numero 231 pubblicato in data 8 giugno dell’anno 2001.
 

Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica: le attività ammesse

Al fine di poter accedere effettivamente al credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica occorre anche porre particolare attenzione verso alcuni aspetti fondamentali. Nello specifico, le attività considerate ammissibili, oltre che anche le spese ammesse ai finanziamenti.

A questo proposito, quindi, per quanto concerne le attività. Queste si intendono ammissibili quelle attività di ricerca fondamentale, così come anche ricerca industriale e sviluppo sperimentale nel campo tecnologico e scientifico. In tal senso, il credito d’imposta in questione potrà garantire l’ottenimento del 20% del credito rispetto alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2022.

Un’altra categoria di attività ammissibile ai fini dell’ottenimento del credito d’imposta, sono le attività di innovazione tecnologica. Si tratta, dunque, di quelle azioni e processi volti a realizzazione dei prodotti attraverso una produzione migliore e più all’avanguardia. In questo caso, il contributo d’imposta assume la misura del 10 per cento.

Infine, vi sono due ulteriori categorie di attività ammissibili ai fini dell’accesso al credito d’imposta: attività di innovazione tecnologica 4.0 e green e le attività di design e ideazione estetica.
 

Le spese ammissibili per avere il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica

All’interno dell’apposita sezione messa a disposizione nel portale online del Ministero dello sviluppo economico, è stata dedicata anche un’area interamente sulle spese considerate ammissibili ai fini dell’ottenimento del credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.

In tal senso, occorre in questo caso fare attentamente riferimento alle spese che si distinguono sulla base dell’attività di ricerca o di miglioramento a cui si rivolgono. 

In linea generale, è la Legge di Bilancio numero 160 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre dell’anno 2019 a definire i termini e le condizioni affinché le spese possano essere considerate ammissibili.

 

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