Credito d'imposta sui beni strumentali: tutte le tipologie e percentuali!

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 25/05/2022 11:49

Tra gli aiuti ed i sostegni economici che sono stati appositamente pensati da parte della squadra dell’esecutivo ed i relativi Ministeri di riferimento, nei confronti delle imprese, vi è sicuramente il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali. 

Si tratta, a questo proposito, di una misura appositamente prevista da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, a favore di quelle imprese che decideranno di investire i propri soldi con l’obiettivo di acquistare dei beni strumentali volti alla trasformazione digitale oltre che tecnologica dell’azienda stessa.

Dunque, in questo senso, per poter comprendere a tutti gli effetti quali sono le imprese che potranno avere l’accesso ai nuovi finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico, è necessario approfondire ulteriormente gli aspetti distintivi del credito d’imposta per i beni strumentali. 

A tal proposito, nel seguente articolo, andremo a distinguere chiaramente quali sono le categorie di imprese che potranno presentare e compilare correttamente la domanda per beneficiare del credito d’imposta in questione, oltre che tutti i requisiti e le condizioni che dovranno essere necessariamente rispettate. Inoltre, nei prossimi paragrafi, si offrirà anche una panoramica generale di tutte le tipologie e le percentuali che si riferiscono al credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali.
 

Credito d’imposta per i beni strumentali: le caratteristiche principali

Il credito d’imposta per gli investimenti per i beni strumentali viene inteso attualmente come uno dei principali finanziamenti che potranno essere erogati da parte dello Stato italiano nei confronti di specifiche categorie di imprese.

Si tratta, infatti, di una misura il cui obiettivo principale è quello di supportare e di incentivare maggiormente quelle imprese che operano nel territorio nazionale, di effettuare degli investimenti in determinati beni. 

Nello specifico, il credito d’imposta di cui si parla, fa riferimento a beni di tipo strumentale, intesi quindi non soltanto beni materiali ma anche beni immateriali, che consentirebbero così all’impresa stessa di effettuare un notevole miglioramento e trasformazione dal punto di vista sia digitale che tecnologico.
 

A chi spetta il credito d’imposta per i beni strumentali

Il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali è rivolto nei confronti di tutte quelle imprese che risultano essere residenti entro i confini del territorio nazionale italiano.

A questo proposito, secondo quanto emerge chiaramente anche all’interno della pagina ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico, il credito d’imposta in questione potrà essere richiesto ed usufruito da parte di tutte le tipologie di imprese, incluse anche le organizzazioni di soggetti che non risultano essere residenti in Italia.

In tal senso, quindi, si intendono ammesse al credito d’imposta in questione qualsiasi tipologia di impresa, a prescindere dalla propria natura giuridica, dal settore economico a cui appartengono o anche ad altri aspetti generali (come, ad esempio, il regime contabile a cui fanno riferimento, la dimensione aziendale oppure il sistema fiscale di determinazione del reddito).
 

Credito d’imposta per i beni strumentali: le tipologie

Il credito d’imposta per gli investimenti sui beni strumentali si può differenziare sulla base di diverse percentuali di importo, che si distinguono sulla base dell’anno di riferimento in cui sono stati effettuati gli investimenti, oltre che per la quota di investimenti che è stata spesa da parte dell’impresa, nonché alla categoria di bene strumentale presa in considerazione.

In tal senso, secondo quanto emerge dalla sezione dedicata appositamente all’interno del portale del Ministero dello Sviluppo Economico, è possibile distinguere diverse percentuali, distinte nelle seguenti categorie. Una prima categoria comprende quei beni strumentali relativi all’acquisto di materiali tecnologicamente avanzati. 

Una seconda tipologia di investimento e di percentuali è stata dedicata invece ai beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati che risultano essere funzionali ai processi di trasformazione 4.0.

Inoltre, rientrano anche gli investimenti riferiti ad altri beni strumentali di tipo materiale, che rientrano nella categoria cosiddetta “Ex Super Ammortamento”. Infine, vi sono gli altri beni strumentali immateriali.
 

Le diverse percentuali del credito d’imposta per i beni strumentali

Sulla base di questa differenziazione, è possibile quindi determinare le diverse percentuali del credito d’imposta che potrà essere concesso nei confronti delle imprese. 

In questo senso, infatti, per quanto concerne la prima categoria, le imprese potranno godere di un credito di imposta pari al 50% del costo per le quote dal valore massimo di 2,5 milioni di euro in riferimento all’anno 2021 fino ad una percentuale del 10% per le quote dai 10 fino ai 20 milioni di euro.

Le percentuali in questione si riducono nel corso degli anni di riferimento, seguendo appositamente lo schema fornito da parte del Ministero dello sviluppo economico. Per quanto riguarda quelle previste per il 2022, sono state fissate le seguenti percentuali: 40% relativo al costo per le imprese con una quota di investimenti inferiore a 2,5 milioni di euro, per poi proseguire con le percentuali del 20% e del 10% rispettivamente per i costi fino a 10 milioni di euro nel primo caso e di 20 milioni di euro nel secondo caso.

In merito, invece, alle percentuali che riguardano i beni immateriali, queste risultano essere prefissate al 20% per il periodo dal 2021 al 2023, al 10% per il 2024 fino ad arrivare al 5% per l’anno 2025.

Per quanto concerne il caso degli altri beni strumentali materiali che risultano essere differenti rispetto a quelli presi in considerazione nella prima categoria, il Ministero dello sviluppo economico ha fornito soltanto due percentuali relative all’anno 2021 e 2022. Queste sono il 10% nel primo caso e 6% nel secondo. 

Tuttavia, in ogni caso il limite massimo relativo ai costi considerati ammessi per accedere al credito d’imposta dovranno essere pari a 2 milioni di euro.
 

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