Per prima cosa dobbiamo comprendere cosa sono i tributi. Sono dei prelievi coattivi di denaro che lo Stato, le Regioni o gli enti locali effettuano nei confronti dei contribuenti.
Sostanzialmente, il concetto di tributo esprime l’esercizio della potestà che un ente sovrano, in questo caso lo Stato e le sue autonomie locali, ha sul popolo.
Cosa sono i tributi?
Nel dettaglio, con tributi si definisce una prestazione obbligatoria che la pubblica amministrazione richiede ad ogni singolo cittadino.
Esiste fin dai tempi dell’Antica Roma ed è presente in tutto il mondo.
Questi prelievi coattivi sono regolamentati da legge ordinaria statale o da leggi regionali e/o locali.
Infatti, i tributi consistono nelle entrate che permettono alle singole amministrazioni pubbliche (Stato, Regioni, Provincie, Comuni, ecc) di operare in favore del popolo con diverse attività.
In questo senso, esprimono anche l’autonomia delle amministrazioni locali rispetto allo Stato nella gestione del proprio territorio.
I tributi si differenziano in: imposte, tasse, contributi
Vediamo nei dettagli le differenze.
- Le Imposte: in questo caso il prelievo avviene con lo scopo di finanziare la spesa pubblica per soddisfare l'interesse generale. Per esempio l'Irpef, Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, deve essere versata da tutti coloro che percepiscono un reddito a favore di un interesse generale che coincide con l'obbiettivo di avere una più equa distribuzione della ricchezza. Andando nello specifico possiamo dire che una parte di Irpef finanzia le pensioni, un'altra parte finanzia la sanità. Tutto questo sempre nell'interesse generale della collettività.
- Tasse: il prelievo obbligatorio in questo caso avviene perché il contribuente ottiene un beneficio dal pagamento della tassa (tassa universitaria, tassa per partecipare ad un concorso). Lo Stato o l'ente locale che richiede questo versamento, concede un pubblico servizio dietro pagamento di una tassa, ovvero una somma di denaro che va pagata obbligatoriamente.
- Contributi: sono prelievi di ricchezza che permettono di ottenere un vantaggio individuale dall'utilizzo di opere generali. Tra i contributi rientrano i contributi sociali, come quelli previdenziali, e quelli fiscali che un contribuente paga quando gode di un vantaggio da parte di un'opera pubblica.
Ma questa non è l'unica differenza che esiste tra tributi. I tributi si differenziano anche tra tributi statali, regionali e locali.
Scendiamo nei dettagli e vediamo quali differenze ci sono.
Cosa sono i tributi statali e i tributi regionali?
I tributi statali sono quelli che, come dice il termine, vengono imposti direttamente dallo Stato, tramite una legge ordinaria. Tra questi tributi rientrano di diritto l'Irpef e l'Ires.
I tributi regionali sono quelli legiferati dalle regioni stesse, incassati dalle medesime e finalizzati a finanziare la comunità regionale.
I tributi regionali propri, sono quelli scelti e legiferati dalla regione rispettando i principi del sistema nazionale.
I tributi regionali derivati sono quelli disciplinati direttamente dallo Stato, il quale però sceglie di lasciare alla regione il compito di incassarli secondo la sua autonomia. Fra i tributi regionali propri, oggi si riconoscono l’IRAP e l’addizionale regionale.
Cosa sono i tributi locali?
I tributi locali sono tributi riscossi dagli enti locali per servizi prestati alla comunità.
Alcuni esempi? Il canone unico patrimoniale, cioè la dovuta per l’occupazione delle aree pubbliche, l'ICP, cioè l'Imposta Comunale sulla pubblicità, l’IMU, imposta sugli immobili e la TARI, cioè la Tassa sui Rifiuti, oltre all’imposta di soggiorno e altre.
I tributi locali sono versamenti coattivi che gli enti locali richiedono ai contribuenti residenti nel territorio locale.
Cosa accade se i contribuenti non pagano i tributi?
Il procedimento di recupero dei mancati versamenti dei tributi dovuti è piuttosto simile tra Stato e autonomie locali. Innanzitutto dipende dalla tipologia di tributo di cui stiamo parlando.
Sostanzialmente possiamo differenziare i tributi che operano tramite bollettazione e quelli in autoliquidazione.
Nel primo caso, prima di sanzionare il mancato pagamento è necessario sollecitarlo con documento notificato.
Una volta ricevuto il sollecito, oppure una volta accertato un mancato pagamento in autoliquidazione, per entrambi i casi scattano le sanzioni.
Le autonomie locali hanno 5 anni per accertare il mancato versamento dei tributi. Dopo di che, hanno 3 anni per ingiungere il pagamento: se ancora non si rispettano i termini, il titolo diventa esecutivo e il creditore può avviare la procedura di pignoramento dei beni. La così detta riscossione coattiva.
Attenzione! Questi passaggi possono essere riportati all’interno di uno stesso atto. Infatti, quando si riceve un provvedimento, esso può già prevedere il sollecito bonario e comunicare già il subentro dell’accertamento di mancato versamento allo scadere dei termini.
Cosa sono i codici tributo?
I codici tributo sono delle serie numeriche che identificano univocamente un determinato tributo.
Perché sono importanti? Se sbagli il codice tributo, per la pubblica amministrazione è come se non avessi effettuato il versamento! Quindi presta attenzione: hai solo 5 anni dal versamento per chiedere il rimborso di quanto pagato ma non dovuto.
Inoltre, conoscere i codici tributo ti può aiutare a capire gli F24 inviati dalla pubblica amministrazione per il pagamento dei tributi.
A questo link che ti rimanda al sito dell’Agenzia delle Entrate puoi ricercare tutti i codici tributo esistenti.
Adesso per comodità riportiamo solo i codici tributo più diffusi:
IMU: il codice tributo è 3912 per la prima casa, 3961 per le aree fabbricabili e 3914 per i terreni, 3918 per gli altri fabbricati. Inoltre, il codice 3923 corrisponde agli interessi di accertamento e il codice 3924 quello da sanzioni in provvedimento;
TARI: il codice tributo principale è il 3944 che corrisponde alla tassa vera e propria. Dal 2021 si aggiunge il TEFA (tributo tutela ambientale) con codice TEFA (non numerico). In caso di provvedimenti i codici 3945 e 3946 corrispondono rispettivamente a interessi e sanzioni;
IVA: il codice varia in base al mese in cui si sta versando l'imposta. Se la versate a gennaio, il codice sarà 6001, febbraio 6002 e così via. Se invece la versi trimestralmente, allora il codice cambierà a seconda del trimestre scelto: 6031-6032-6033-6034;
IRPEF: il codice tributo è il 4033 per il versamento della prima rata, 4034 per la seconda e 4001 per il saldo finale.
Queste sono le informazioni base per poter pagare i tributi, siano essi locali o statali, in modo consapevole.
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