Pensioni Invalidità civile: con pressione alta i requisiti

04/02/2021 21:56

Pensioni Invalidità civile: con pressione alta i requisiti

Pensioni d'invalidità civile per pressione alta requisiti e domanda INPS 2021. Non sono pochi i lettori interessati alla pensione d'invalidità civile per la patologia d'ipertensione, ecco perché in questo articolo cercheremo di capire quando è possibile avviare la pratica all’INPS per l’ipertensione arteriosa.
Al di là della comune patologia d'ipertensione che non incide nella sfera lavorativa, sappiamo che la pressione alta può divenire cronica sino a compromettere le abilità lavorative. Ne consegue che la pressione alta può causare l’innesco di diverse patologie invalidanti legati a disturbi cardiaci.

In questi casi, si può inoltrare la richiesta alla Commissione sanitaria richiedendo la visita per l’accertamento in presenza dei requisiti invalidanti.

L’INPS riconosce dei sostegni economici e assistenziali per le persone non autosufficienti, questo perché di per sé le malattie croniche sono connesse alle patologie invalidanti tali da pregiudicare la capacità lavorativa di un individuo, che danno il diritto di richiedere il trattamento pensionistico e assistenziale.

Non a caso l’ipertensione arteriosa nel corso degli anni potrebbe dare origine, ad esempio a complicanze cardiopatie ipertensive.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato in più occasioni che le patologie croniche sono annesse a continui trattamenti assistenziali, per quanto determinano repentini cali di salute.
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) riconosce l’invalidità in presenza di un quadro clinico preciso e dettagliato.

Nel decreto Legislativo n. 124/98 viene chiarito che in presenza di patologie non vanno pagati prestazioni, terapie e farmaci.

In linea generale, la Commissione sanitaria INPS attribuisce alla cardiopatia ipertensiva con severo impegno cardiaco a cui viene riconosciuta una percentuale d'invalidità civile compresa tra il valore 71 e sino all’80%.

In presenza di una cardiopatia ipertensiva scompensata, viene riconosciuta un’inabilità lavorativa a cui viene attribuita la percentuale del 100%, tasso idoneo per la pensione.

Invalidità civile: pensioni per patologie cardiovascolari

L’ipertensione arteriosa, comunemente conosciuta come pressione alta, viene individuata nei pazienti quando nelle arterie viene registrata una pressione del sangue più alta, il che produce un affaticamento per il cuore.

Ecco, perché, i disturbi della pressione alta non curati o non controllati possono pregiudicare le funzioni cardiache con effetti gravi, come ad esempio infarto, l’aneurisma aortico, insufficienza renale, diabete e così via.

A questo punto, ci si interroga sua possibilità per il lavoratore affetto da patologia d'ipertensione arteriosa di poter richiedere l’astensione dal lavoro per malattia, ma soprattutto quale percentuale d'invalidità può ottenere.

Il tutto ruota sugli effetti della pressione alta, ammesso in base alla gravità l’evento per malattia, mentre l’invalidità viene attribuita sulle patologie generate dall’ipertensione arteriosa.

Invalidità civile: quanto la pressione alta porta alla pensione?

Per il riconoscimento dell’invalidità per la pressione alta legata all’inabilità lavorativa, bisogna far riferimento alla disposizione guida presenti nel portale dedicato all’INPS.

In materia d'invalidità civile, per il riconoscimento delle percentuali da ipertensione arteriosa, le cui conseguenze sono tali da influire nella sfera lavorativa producendo un netto calo della capacità di svolgere un’attività lavorativa, sono diverse suddivise in base alla patologia, quali:

  • ipertensione arteriosa (pressione alta) non complicata viene attribuita la percentuale del 10%;
  • ipertensione arteriosa (pressione alta( non controllata e non complicata viene attribuita una percentuale compresa dal’11 e sino al 20%;
  • ipertensione arteriosa (pressione alta) in cui è presente un iniziale impegno cardiocircolatorio viene attribuita una percentuale compresa dal 21 e sino al 30%;
  • cardiopatia ipertensiva alto fattore di rischio cardiovascolare con impegno cardiaco classificato medio viene attribuita una percentuale che va dal 31 e sino al 50%;
  • cardiopatia ipertensiva (alto fattore di rischio cardiovascolare) con impegno cardiaco classificato medio - severo viene attribuita una percentuale compresa dal 51 e sino al 70%;
  • cardiopatia ipertensiva (alto fattore di rischio cardiovascolare) con impegno cardiaco classificato severo viene attribuita una percentuale che oscilla dal 71 e sino all’80%;
  • cardiopatia ipertensiva (alto fattore di rischio cardiovascolare) scompensato viene attribuita una percentuale compresa dall’81 e sino al 100%.
  • in presenza di arteriopatie ostruttive croniche viene attribuita una percentuale compresa dal 5 e sino al 100%;
  • aneurisma dell’aorta viene attribuita una percentuale compresa dal 21 e sino all’80%.

La pressione alta rientra nella Legge 104?

In presenza di una patologia scaturita dalla cardiopatia ipertensiva, come può essere la conseguenza di una patologia psichica o sensoriale, una forma minorazione fisica e così via.

In sostanza, innanzi a una situazione di handicap grave si può richiedere il riconoscimento della Legge 104.

In base alla gravità dell’handicap vengono riconosciuti i permessi, congedi e agevolazioni fiscali.

Si può andare in pensione con la pressione alta?

Nel caso in cui la ipertensione arteriosa produca un’inabilità lavorativa minima di un terzo, in questo caso è possibile richiedere il riconoscimento dell’assegno ordinario d'invalidità. In pratica, l’assegno dopo un ciclo di 3 anni viene convertito in pensione di vecchiaia.

Il passaggio avviene in forma automatica.

Oltre all’assegno ordinario d'invalidità è possibile ricorrere al pensionamento anticipato attraverso altre prestazioni pensionistiche, tra cui:

Ape sociale

La misura Ape sociale resterà attiva sino alla data del 31 dicembre 2021. Nel complesso, parliamo di un ottimo canale d’uscita anticipata dal mondo lavorativo.
Basti pensare che attraverso questa misura il lavoratore può avvalersi di uno scivolo di ben 4 anni. Il che porta all’uscita a 63 anni di età contro i 67 anni ordinari previsti per la pensione di vecchiaia con un minimo di anzianità contributiva di anni 30.

C’è da dire che i requisiti sono abbastanza serrati. Il legislatore nell’elaborare questa misura ha pensato a un requisito anagrafico agevolato, infatti l’accesso alla misura parte dai 63 anni di età, ma ha ridotto la platea degli aventi diritto.

Restando nel tema dell’invalidità civile per pressione alta, possono presentare l’istanza per il riconoscimento dell’Ape sociale, coloro a cui è stata riconosciuta un indebolimento della capacità lavorativa nella percentuale uguale o superiore al 74%.

Quota 41

La misura nata per i lavoratori precoci pensata per non essere legata al requisito anagrafico, ma alla giovane età lavorativa.

Infatti, il legislatore ha formulato questa misura introducendo un requisito contributo. Il che porta il lavoratore ha detenere un’anzianità contributiva minima di 12 mesi (effettiva) a far data a prima del 19° compleanno di età. Diverse sono le condizioni richieste per richiedere il beneficio della misura.
In particolare, per l’invalidità civile Quota 41 viene riconosciuta in presenza di una percentuale attribuita dal 74%.

Pensione di vecchiaia anticipata invalidi 

In presenza d'invalidità riconosciuta dall’80% si riducono i requisiti anagrafici ordinari.

I lavoratori possono richiedere la pensione anticipata con i seguenti requisiti, quali:

  •  per le donne con 56 anni di età anagrafica;
  •  per gli uomini con 61 anni di età anagrafica;
  •  un’anzianità contributiva minima di anni 20 che diventano 15 in presenza della deroga Amato.

Prevista una finestra mobile di mesi 12.

Esclusi dalla misura i lavoratori del comparto pubblico, autonomi, oppure, parasubordinati (salvo la Fondo pensione).

Fonte: News Trend Online

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