Una persona può essere titolare di due Partite IVA? Cosa dice la normativa a tal proposito? Quante Partite Iva può avere la stessa persona? Rispondiamo ad un quesito pervenuto alla Redazione di Trend Online:
“Buongiorno, sono titolare di una Partita IVA che mi consente di gestire un’attività di E-Commerce che vende caramelle e dolciumi vari.
Dal prossimo anno 2022 vorrei aprire una nuova attività, in particolare vorrei aprire un negozio fisico di borse e accessori. La mia domanda e dubbio è se posso aprire e cointestarmi due partite iva per gestire le due attività economiche. È possibile? Grazie per la risposta”.
In altre parole, il lettore ci chiede se un contribuente voglia aprire una seconda attività, differente alla prima per la quale ha già una propria Partita IVA.
Partite IVA: quante ne può avere un contribuente?
Rispondiamo alla domanda posta dal lettore: per il carattere identificativo del soggetto e non dell’attività che ha tale codice numerico, ogni contribuente può avere una sola Partita IVA. Pertanto, anche se si vuole avviare due attività di business diverse non si può aprire due Partite IVA.
La normativa vigente sancisce che un contribuente non possa avere più di una Partita IVA, ma non gli vieta di estendere l’oggetto della propria attività, andando così a fatturare anche per attività economiche diverse rispetto al Codice ATECO comunicato al momento dell’apertura della Partita IVA.
Con la stessa Partita IVA Aperta per l’E-commerce di caramelle e dolciumi è possibile estendere il proprio campo di competenza a nuovi settori, come la vendita al dettaglio di calzature ed accessori. Lo stesso titolare della Partita IVA può emettere le fatture numerate per fatturare le due attività economiche diverse. L’importante che l’emissione delle fatture rispetti la numerazione.
Nel caso esposto dal lettore bisognerà comunicare all’Agenzia delle Entrate l’estensione dell’attività economica. Il Codice ATECO per aprire un’attività di vendita al dettaglio di calzature ed accessori è 47.82.02: Commercio al dettaglio ambulante di calzature e pelletterie.
Partita IVA Forfettaria: apertura, costi e tasse
Al momento di apertura della Partita IVA è necessario optare per il regime fiscale più conveniente. La Partita IVA Forfettaria rappresenta la soluzione più conveniente economicamente: si riferisce ad un regime fiscale agevolato che prevede un'aliquota di tassazione molto bassa.
Il regime forfettario prevede l'applicazione di un'aliquota unica del 15% sul reddito annuo lordo. Per chi apre una nuova attività, l'aliquota è ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività. La Partita IVA in regime forfettario consente di godere di una serie di vantaggi, tra cui la non applicazione dell'IVA e della ritenuta d'acconto sulle prestazioni.
Non si ha poi alcun obbligo di fatturazione elettronica e si è esclusi dagli studi di settore. A partire dall’anno 2019 c’è stato un innalzamento della soglia massima di ricavi e compensi, passata da 30.000 euro a 65.000 euro (a prescindere dal Codice Ateco). Per quanto riguarda la contribuzione da versare, i commercianti e gli artigiani che aderiscono al regime forfettario, beneficiano di una riduzione del 35% dei contributi INPS da versare alle specifiche Gestioni di riferimento.
I professionisti iscritti alle casse versano gli importi previsti dalla propria cassa di riferimento. I lavoratori senza cassa devono versare i contributi iscrivendosi all'INPS.
Partita IVA per due attività diverse: la fatturazione
Come chiarito un titolare di Partita IVA può esercitare anche attività economiche diverse, ma è necessario seguire attentamente le regole della fatturazione. Un titolare di Partita IVA forfettaria opera in franchigia IVA, non può sottrarre l’IVA dalle spese tramite scomposizione, né tanto meno esporre l’imposta in fattura.
È necessario inserire la dicitura: “Operazione senza applicazione dell’Iva ai sensi dell’art. 1 comma 58 L. 190/2014”. Nelle fatture con importo superiore a 77,47 euro è obbligatorio apporre la marca da bollo da 2 euro.
Per le fatture emesse nei confronti di committenti esteri sono previsti adempimenti a seconda che l’azienda abbia la residenza:
- in uno dei Paesi dell’UE: specificare “operazione effettuata secondo inversione contabile” e dichiarare le fatture con cadenza trimestrale, utilizzando il modello Intrastat;
- in un Paese Extraeuropeo: è necessario inserire in fattura la dicitura “operazione non soggetta, ex articolo 7-ter, comma 1, lettera a) del DPR n.
633/72”.
Fonte: News
Trend Online