Aziende europee con un basso rischio ESG scambiate a valutazioni convenienti per un portafoglio ESG e di valore.
Titolo: Continental
Isin: DE0005439004
Rating Morningstar: 4 Stelle
ESG Risk Rating Assessment: 4 Globi
Continental produce pneumatici e componentistica auto nei segmenti della mobilità autonoma e della sicurezza dei veicoli.
Il gruppo tedesco può contare su una forte presenza globale e una clientela ben diversificata con la quale tende ad avere rapporti commerciali di lunga durata e verso la quale può far valere un discreto potere contrattuale. Per queste ragioni gli analisti di Morningstar gli riconoscono un Economic moat nella misura di Medio.
L'azienda investe più della media del settore in ricerca e sviluppo e gli analisti sono convinti che questo elemento le permetterà di beneficiare di quelle che sono le nuove tendenze dell'industria automobilistica, come la guida autonoma e in generale la maggior elettronica all’interno degli abitacoli, e stimano una crescita dei ricavi e dei margini di profitto superiore alla media del comparto.
Da inizio anno il titolo ha perso quasi il 10% in Borsa (al 17 dicembre 2021) e ora è scambiato a un tasso di sconto di circa il 35% rispetto al fair value di 140 euro (report aggiornato al 19 novembre 2021).
Morningstar attribuisce a Continental un ESG Risk Rating Assessment pari a quattro globi, che indica un rischio ESG basso.
Secondo gli analisti di Sustainalytics, le problematiche più rilevanti per l’azienda sono quelle legate alla governance del prodotto. Il successo di Continental passa dalla produzione di prodotti sicuri e privi di difetti e il management ha avuto il merito di implementare programmi e procedure rigorose per gestire questi rischi.
Inoltre, ha implementato alcune best practice per affrontare le problematiche legate all'ambiente (report aggiornato all’8 dicembre 2021).
Titolo: Industria De Diseno Textil
Isin: ES0148396007
Rating Morningstar: 4 Stelle
ESG Risk Rating Assessment: 4 Globi
Inditex ha un ampio portafoglio marchi che comprende tra gli altri Bershka, Pull&Bear, Massimo Dutti e Zara, che conta per quasi il 70% del suo giro d’affari complessivo.
L’azienda spagnola deve la sua redditività superiore alla media alle elevate economie di scala unite a una logistica e a un modello organizzativo eccellente. Questi elementi le permettono una gestione operativa più efficiente e dunque la possibilità di offrire sul mercato prezzi competitivi senza intaccare i margini di profitto.
Dopo un 2020 negativo, il titolo ha guadagnato il Borsa quasi il 9% da inizio anno in scia all’accelerazione delle vendite con la fine del lockdown in tutta Europa. Gli analisti hanno rivisto al rialzo la stima del fair value da 31 a 32 euro in seguito a risultati del terzo trimestre superiori alle aspettative, ma le azioni Inditex continuano a essere scontate di circa il 15%.
Le previsioni di Morningstar indicano un ritorno ai livelli del 2019 già dal prossimo anno e una crescita dei ricavi trainata dall’espansione sui mercati globali e dal maggior sfruttamento del canale online.
Inditex è particolarmente esposta ai rischi legati alla sua supply chain.
Il 97% del fatturato dell’azienda è prodotto da fornitori terzi ed è presente in mercati del lavoro come Bangladesh, Cambogia, Cina, India e Pakistan che sono solitamente associati alle cattive condizioni dei lavoratori. Inoltre, il modello di fast fashion dell’azienda è ad alta intensità di risorse e genera grandi quantità di rifiuti.
Inditex, però, ha un ESG Risk Rating Assessment pari a quattro globi sulla base del giudizio di Sustainalytics che riconosce all’azienda un profilo di rischio ESG basso per via della buona gestione delle problematiche legate al sociale, all’ambiente e alla governance. Il gruppo spagnolo, infatti, dispone di un comitato per la sostenibilità, produce una solida reportistica sulle principali metriche ESG e ha fissato per il 2023 l’obiettivo “zero rifiuti” per tutte le sue strutture produttive grazie a progetti di economia circolare, la raccolta del 100% dei materiali di imballaggio nella sua supply chain e l’eliminazione di tutte le plastiche monouso per i clienti (report aggiornato al 25 ottobre 2021).
Titolo: Dufry
Isin: CH0023405456
Rating Morningstar: 4 Stelle
ESG Risk Rating Assessment: 4 Globi
Dufry è leader nel segmento del travel retail negli spazi aeroportuali.
Gli analisti di Morningstar giudicano molto attraente questa nicchia di mercato per diverse ragioni: si caratterizza per una clientela mediamente benestante e che è vincolata a restare in quel determinato spazio per diverso tempo ed è un segmento in cui c’è scarsa concorrenza anche a causa delle alte tasse di concessione che rendendo il business addirittura antieconomico per gli operatori minori.
Il titolo ha ceduto il 36% nel 2020 e il 22% da inizio anno (in euro al 17 dicembre 2021), a causa delle ripercussioni prodotte dalle restrizioni al traffico aereo imposte dalla pandemia, e ora è scontato di circa il 30% rispetto al fair value di 59 franchi svizzeri (report aggiornato al 28 ottobre 2021).
Gli analisti stimano un progresso medio dei ricavi del 10% nei prossimi 10 anni e un ritorno ai livelli pre-Covid nel 2024 e ipotizzano che a spingere l’espansione del fatturato saranno la crescita delle economie emergenti e il processo di consolidamento del settore.
Dufry può vantare un ESG Risk Rating Assessment pari a quattro globi, frutto di un rischio ESG tra i più ridotti all’interno della sua industria.
Gli analisti di Sustainalytics attribuiscono un ESG rating nella misura di basso e posizionano la società nel quarto percentile dell’industria. Le problematiche a cui è maggiormente esposta Dufry sono quelle legate alla gestione del personale e alla violazione dei diritti umani con riferimento ai lavoratori delle aziende che fanno parte della sua supply chain, ma secondo Sustainalytics il gruppo svizzero applica standard molto severi nella selezione dei suoi fornitori (report aggiornato al 30 ottobre 2021).
Di Francesco Lavecchia
Autore:
Morningstar Fonte: News
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