Warrant: una parola che in molti conoscono, almeno per averla letta o sentita nel corso della loro esistenza. Per il risparmiatore avvezzo alle operazioni in borsa, il termine in questione è sicuramente noto, anche a livello tecnico e operativo.
Tuttavia, probabilmente, diversi tra coloro che operano quotidianamente sui mercati, non hanno avuto a che fare direttamente con questi strumenti finanziari.
Di che cosa si tratta? Cosa sono? E, soprattutto, come si utilizzano?
Warrant: che cosa sono
Innanzitutto, come già evidenziato in precedenza, si tratta di strumenti finanziari quotati sui mercati regolamentati. Conferiscono al loro possessore il diritto di poter acquistare, sottoscrivere o vendere un determinato quantitativo di titoli (detto sottostante) ad un prezzo specifico, entro una certa data, in base ad un rapporto definito.
Normalmente si tratta di strumenti che permettono di sottoscrivere azioni nuove relativamente ad una Società quotata sul mercato finanziario.
Spesso, vengono emessi in relazione ad un aumento di capitale come ulteriore diritto per l’azionista che così avrà la possibilità, in un periodo successivo già fissato all’atto dell’emissione del warrant stesso, di convertirli in azioni ed incrementare quindi la sua partecipazione nella Società che li ha emessi.
Di solito, il periodo di conversione o di esercizio, dura almeno un anno.
La società quotata in borsa ricorre a questi strumenti per raccogliere, entro un periodo considerato congruo, nuovi fondi da poter così reinvestire nella propria attività e nello sviluppo della stessa. C’è da ricordare che i warrant non danno diritto ad alcun dividendo o forma di remunerazione sotto forma di cedola, ad esempio.
Si prestano, quindi, solamente a due utilizzi: il primo è quello relativo alla negoziazione, il secondo, invece, è dato dall’esercizio del proprio diritto.
Ovviamente c’è anche una terza ipotesi: se si lascia andare a scadenza il warrant, non si ha nessun esborso finanziario ma nemmeno nessun guadagno (si possono invece originare delle perdite se il warrant è stato acquistato sul mercato e ci si è dimenticati di venderlo o convertirlo prima della sua scadenza naturale).
Warrant: che utilizzo posso farne?
Il risparmiatore può trovarsi caricato sul proprio deposito titoli un certo numero di warrant rinvenienti da operazioni sul capitale di titoli da lui posseduti oppure può, invece, al pari di qualsiasi azioni, utilizzare questo strumento per effettuare trading alla ricerca di profitti nel breve (massimo medio) periodo.
Essendo quotati normalmente, questi strumenti fanno segnare quotidianamente scambi più o meno elevati e danno origine a variazioni di prezzo.
Proprio su questi margini, può operare il trader, cercando di spuntare “gain” dalla compravendita dei warrant. Prima di agire, è sempre opportuno studiare tutti i parametri inerenti allo strumento finanziario che si vuole andare ad acquistare, focalizzando l’attenzione sugli aspetti salienti quali le condizioni e il periodo di esercizio, nonché i volumi scambiati e i contratti portati a termine ogni giorno.
Importante è porre la massima attenzione sulla data di scadenza del warrant perché, una volta che essa sopraggiunge, non può più essere negoziato, ovvero perde qualsiasi valore.
Da non trascurare anche l’ipotesi di acquistare lo strumento al fine di convertirlo in azioni se le condizioni sono già in partenza favorevoli oppure se lo diventano durante il corso del tempo (perché magari, il titolo di riferimento, incrementa il suo valore in modo importante per i motivi più disparati).
Quindi, attenzione massima e occhi sempre aperti: il warrant può essere un ottimo strumento di guadagno.
A patto che gli si presti tutta l’attenzione che merita. In caso contrario, possono essere dolori.
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