Versace torna nelle mani di un gruppo italiano. Il colosso della moda Prada ha annunciato l'acquisizione del 100% del marchio della Medusa da Capri Holdings per un valore complessivo di 1,25 miliardi di euro, segnando un passaggio epocale per il settore del lusso e un segnale importante per l’economia e la finanza italiana.
Operazione conclusa dopo 2 mesi
L’operazione, attesa da mesi e chiusa a un prezzo inferiore rispetto alla valutazione iniziale (1,5 miliardi di euro), rafforza la presenza italiana nel panorama globale delle grandi firme, riportando in patria un marchio iconico fondato nel 1978 da Gianni Versace. L’ultimo passaggio di proprietà risaliva al 2018, quando la holding americana Capri Holdings acquistò il brand per oltre 1,8 miliardi di euro.
Secondo Patrizio Bertelli, presidente di Prada, l’integrazione di Versace «rappresenta un nuovo capitolo per un marchio che condivide con noi valori chiave come la creatività, l’artigianalità e una forte identità culturale». L’operazione, ha sottolineato, «conferma la visione strategica del gruppo e la sua volontà di continuare a investire nel Made in Italy».
Un passo epocale per l'economia italiana
In un periodo segnato da incertezze economiche e da una volatilità crescente nei mercati internazionali, questa acquisizione rappresenta un atto di fiducia nel potenziale del settore lusso italiano. A pesare sul comparto, negli ultimi anni, sono stati fattori esterni come la pandemia, l’inflazione, i dazi commerciali (in particolare quelli imposti o minacciati dagli USA), e i rallentamenti delle economie emergenti, tra cui la Cina.
Il supporto e il rating di colossi finanziari
Eppure, Prada va controcorrente. Con una liquidità disponibile di 600 milioni di euro e nuove linee di credito sottoscritte per 1,5 miliardi – di cui 1 miliardo a lungo termine e 500 milioni come finanziamento ponte – il gruppo dimostra una struttura finanziaria solida e flessibile. L’operazione è stata supportata da advisor e istituti di primo livello come Citigroup, Goldman Sachs, BNP Paribas e Intesa Sanpaolo.
L’operazione potrebbe avere ripercussioni anche sui rating finanziari del gruppo Prada, che al momento beneficia di una percezione solida da parte dei mercati. La fusione di due marchi iconici italiani nel settore del lusso potrebbe non solo rafforzare la competitività del Made in Italy a livello globale, ma anche ispirare nuove sinergie tra le banche italiane e i gruppi industriali più dinamici del Paese.
Andrea Guerra, amministratore delegato del Gruppo Prada, ha commentato: «Versace ha un potenziale enorme. L’evoluzione di un marchio richiede tempo, pazienza e cura continua. Questa acquisizione è coerente con la nostra visione di lungo periodo». Prada ha già verticalizzato le strutture organizzative dei propri brand e si dichiara pronta ad affrontare la sfida, valorizzando l’eredità culturale di Versace e integrandola con la propria capacità produttiva e distributiva.
In un momento in cui l’Italia è sotto i riflettori per il suo ruolo strategico nell’economia europea, l’operazione Prada–Versace rappresenta un simbolo di rilancio per l’intero comparto del lusso e una dimostrazione di come le eccellenze italiane possano affrontare le sfide globali con visione e ambizione.
(Redazione)