Molti italiani costretti a rinunciare
Ormai la gran parte degli italiani è partita per le vacanze estive e chi non lo ha fatto sta preparando le valige visto che, complice la possibilità di "ponte" offerta dal Ferragosto di giovedì, tra due-giorni sono previsti gli ultimi bollini rossi a livello traffico in direzione delle località turistiche, mentre sabato e domenica il traffico sarà molto intenso ma a causa dei rientri.
Gran parte, appunto, ma non tutti: secondo una recente indagine realizzata da mUp Research su incarico di Facile.it e Consumerismo No profit ben 6,5 milioni di nostri connazionali non prepareranno alcuna valigia e resteranno a casa. Circa 3,7 milioni lo farà per motivi economici, ovvero non possono permettersi una villeggiatura.
Aumentano le richieste di prestiti per vacanze
A conferma della situazione difficile le elaborazioni di Facile.it riferiscono della crescita del fenomeno dei prestiti per le vacanze.
Nei primi sei mesi del 2024 i finanziamenti erogati per questo impiego si sono attestati a 250 milioni di euro, in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Il peso di questi prestiti sul totale dei prestiti personali totali richiesti in Italia è salito del 2%.
Ovviamente i finanziamenti per le vacanze hanno particolare successo tra i giovani con meno di trenta anni.
Sorprende l'entità della richiesta media pari a 5400 euro circa, una bella cifra per una vacanza. Il piano di rientro del finanziamento è in genere articolato in cinquanta rate mensili.
Prezzi in crescita soprattutto negli alberghi
Che il fattore economico stia diventando decisivo nel determinare se si è in grado di andare in vacanza lo testimonia anche l'indagine di Consumerismo No Profit sui prezzi delle sospirate ferie.
Una settimana al mare costa circa il dieci per cento in più rispetto all'anno scorso. Più contenuto l'aumento dei prezzi nelle località di montagna: +4%.
Gli incrementi dei prezzi più consistenti sono quelli di hotel e alberghi (+17%), seguiti dai voli aerei su tratte internazionali (+13%) e nazionali (+12%).
Da non sottovalutare anche l'incremento dei prezzi dei treni (+10%). Meno "esosi" i titolari di ristoranti e agriturismi (+7%). In fondo alla classifica i musei con un aumento del 2,1% rispetto all'anno scorso.