USA, recessione ciclica inevitabile anche se la buona intonazione dei mercati direbbe il contrario

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 28/03/2024 10:42

USA, recessione ciclica inevitabile anche se la buona intonazione dei mercati direbbe il contrario

Una recessione è inevitabile, anche negli Stati Uniti, ma non ci sarà un atterraggio duro. Piuttosto, sarà una recessione ciclica, breve e di intensità leggera. Questa è la convinzione degli analisti di Fidelity International, che hanno espresso le sue preoccupazioni riguardo l'eccessivo ottimismo mostrato dai mercati ed economisti. 

Gli esperti di Fidelity International hanno sottolineato l'incoerenza tra le previsioni economiche correnti e quelle delle banche centrali. L'anno scorso, in vista di una recessione inevitabile, il mercato prevedeva almeno due tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Oggi, nonostante le previsioni di un atterraggio morbido dell'economia, o addirittura nessuna recessione, il mercato prevede fino a cinque tagli dei tassi di interesse. Gli analisti avvertono che un taglio dei tassi non significa necessariamente una politica monetaria più flessibile. 

Politica restrittiva della FED

Solo un anno fa, la Federal Reserve aveva intrapreso una politica monetaria restrittiva da nove mesi, con i tassi che avevano raggiunto il 4,5%. La Banca Centrale Europea, invece, aveva seguito una politica restrittiva per cinque mesi, con tassi al 2,5%. In quel contesto, il mercato prevedeva una recessione imminente. Ora, dopo un altro anno di politica monetaria restrittiva, con i tassi ai massimi (5,5% negli Stati Uniti e 4,5% in Europa), l'opinione generale prevede un atterraggio morbido o addirittura una continuazione della crescita economica. 

Ottimismo eccessivo

Secondo gli analisti, questo ottimismo eccessivo potrebbe essere erroneamente legato alle previsioni di un taglio dei tassi di interesse. Tuttavia, in un contesto in cui i tassi sono più alti per un periodo più lungo, come affermato dalle stesse banche centrali, un taglio dei tassi non si traduce automaticamente in una politica monetaria espansiva. Il costo del denaro rimarrà elevato, quindi superiore al tasso medio a lungo termine.

Fidelity International sottolinea che gli effetti della massiccia stretta monetaria implementata dalla Federal Reserve (11 incrementi di tassi in 16 mesi, da marzo 2022 a luglio 2023) non sono ancora evidenti. Tali effetti dovrebbero inizialmente influire sullo stock del debito, ma la situazione attuale differisce da quella passata, in quanto le aziende si sono finanziate a bassi tassi fissi per anni. 

Si osserva che nell'ultimo anno, mentre i tassi aumentavano, i margini aziendali miglioravano grazie alla possibilità di impiegare liquidità a tassi più alti. Tuttavia, questo non può continuare indefinitamente. Con il passare del tempo, il peso del nuovo debito supera quello del debito precedente, che deve essere rinnovato a condizioni meno favorevoli. La politica monetaria agisce come una forza gravitazionale che rallenta gradualmente la crescita economica. Gli effetti di questa situazione si manifesteranno presto, come dimostra l'aumento dei fallimenti aziendali negli Stati Uniti. 

I consumi

Riguardo ai consumi, nonostante le vendite al dettaglio continuino a crescere negli USA, si avverte che è necessario esaminare cosa c'è dietro a questa tendenza. La notevole liquidità che ha sostenuto la spesa post-Covid si sta riducendo rapidamente, portando gli americani a attingere ai risparmi e contrarre nuovi debiti. L'idea di una crescita economica infinita, come in una situazione ideale, è insostenibile, specialmente considerando i rischi futuri, come una possibile crisi in Medio Oriente che potrebbe alimentare l'inflazione.

(Redazione)

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