Negli Stati Uniti ieri è stato il cosiddetto Super Tuesday, ovvero il martedì in cui si votava il candidato alle primarie sia per quanto riguarda il partito repubblicano che per quello democratico, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo novembre. Il voto è avvenuto in 15 stati più in un territorio, quello delle Samoa americane.
I repubblicani hanno tenuto le proprie primarie rispettivamente in Alabama, Arkansas, California, Carolina del Nord, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, Oklahoma, Tennessee, Texas, Vermont e Virginia, oltre ad avere avuto i propri “caucus” (incontri tra i sostenitori del partito) in Alaska e Utah.
I democratici invece hanno tenuto le proprie primarie in Alabama, Arkansas, California, Carolina del Nord, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia, oltre ai “caucus” nelle Samoa americane.
Come da previsioni, le vittorie di Donald Trump e Joe Biden sono state piuttosto nette, tuttavia sono state evidenziate anche alcune loro debolezze. Ad esempio Nikki Haley, la repubblicana contrapposta a Trump, ha inaspettatamente vinto nel Vermont dopo aver già vinto nella capitale, impedendo dunque al tycoon di affermarsi in ogni stato. Biden invece è stato sconfitto nei caucus delle Samoa americane dove ad avere la meglio è stato un imprenditore sconosciuto ai più quale Jason Palmer. I due vincitori Trump e Biden hanno così raccolto gran parte dei delegati disponibili, circa un terzo del totale, inclusi quelli della California e del Texas ovvero i due stati più popolosi del paese.
(Redazione)