Unicredit compra il 9% di Commerzbank, ecco i possibili scenari

12/09/2024 10:42

Unicredit compra il 9% di Commerzbank, ecco i possibili scenari

Unicredit poco mossa dopo acquisto partecipazione in Commerzbank. Il titolo ha guadagnato ieri lo 0,22% a 36,155 euro (range di seduta 35,53-37,26). Commerzbank ha guadagnato il 16,55% a 14,68 euro, il massimo di seduta è stato a 15,22 euro.

 

UniCredit ha annunciato l'acquisizione del 9% di Commerzbank, segnando un possibile passo verso una fusione con la banca tedesca. Andrea Orcel, CEO di UniCredit, ha adottato un approccio diretto, evidenziando l'intenzione di esplorare una fusione completa con Commerzbank. Questa mossa potrebbe preludere a un takeover totale, che, dal punto di vista finanziario, appare più attraente rispetto ad altre proposte di fusione precedenti.

UniCredit ha confermato in un comunicato diffuso prima dell'apertura dei mercati la sua intenzione di richiedere l'autorizzazione per superare la soglia del 9,9% del capitale di Commerzbank. Questo passaggio evidenzia la volontà del gruppo guidato da Andrea Orcel di rafforzare ulteriormente la propria presenza nel mercato tedesco, consolidando la sua posizione all'interno della banca rivale.

L'azionista di maggioranza relativa di Commerzbank resta lo Stato tedesco, che detiene una quota del 12%.

Con l'acquisizione del 9% del capitale, UniCredit diventa il secondo maggiore azionista della banca, rafforzando significativamente la sua presenza in Germania.

Nel frattempo, BlackRock occupa la terza posizione con una partecipazione del 7,2% nel capitale di Commerzbank, la quarta banca più grande della Germania.

Questa mossa strategica conferma la direzione di UniCredit verso un'espansione significativa in Germania, con l'obiettivo di creare sinergie e migliorare le performance del gruppo. Tuttavia, l'acquisizione di una quota superiore al 9,9% richiederà il via libera delle autorità di regolamentazione, il che segnala l'importanza e la complessità dell'operazione in atto.

Mercoledì, UniCredit ha acquisito il 4,49% di Commerzbank direttamente dal governo tedesco, che aveva recentemente dichiarato l'intenzione di ridurre la propria quota, precedentemente pari al 16,5%. L'acquisizione è avvenuta con un premio del 5% circa rispetto al prezzo di chiusura del giorno precedente (13,2 euro per azione contro il prezzo di chiusura del giorno precedente di 12,6 euro). Il resto della quota, fino a raggiungere il 9%, sarebbe stato accumulato da UniCredit nelle ultime settimane attraverso acquisti di azioni sul mercato, in previsione della vendita governativa.

L'operazione è interessante per UniCredit dal punto di vista economico, ma potrebbe suscitare controversie politiche, date le implicazioni di una possibile fusione tra due importanti istituti bancari europei.

Dopo la cessione di una parte della sua partecipazione in Commerzbank, il governo tedesco non ha al momento intenzione di vendere ulteriori quote, secondo una fonte governativa. Attualmente, lo Stato tedesco detiene il 12% rimanente di Commerzbank, ma su questa quota è stato imposto un lock-up di 90 giorni, durante i quali non potrà essere venduta.

Il deal tra Commerzbank e Unicredit rappresenta una grande opportunità per quest'ultima di rafforzare la propria presenza in Germania, il secondo mercato più importante per la banca italiana dopo l'Italia. Unicredit, già presente nel paese dal 2005 grazie all'acquisizione di HypoVereinsbank, potrebbe sfruttare questa operazione per creare economie di scala e sinergie in ambito corporate, PMI e retail. L'acquisizione di Commerzbank potrebbe inoltre favorire l'espansione di Unicredit in Europa centrale, grazie al controllo di mBank, una delle principali banche polacche attualmente in mano a Commerzbank.

Questa mossa si inserisce in un più ampio contesto di ristrutturazione e consolidamento del settore bancario europeo. Dopo anni di aumenti di capitale, dismissioni di asset e attività di de-risking, Unicredit si posiziona come uno degli attori più attivi nel consolidamento bancario a livello continentale.

Recenti operazioni ne sono testimonianza: a ottobre 2023, Unicredit e Alpha Bank hanno annunciato la fusione delle loro controllate in Romania, oltre a una partnership strategica in Grecia. A luglio, invece, Unicredit ha acquisito Aion, una banca digitale, e Vodeno, provider di servizi bancari su piattaforma cloud, dimostrando una strategia orientata all'innovazione tecnologica e alla digitalizzazione. 

Queste operazioni, unite al deal con Commerzbank, potrebbero rafforzare ulteriormente la posizione di Unicredit come uno dei principali player europei, con una chiara strategia di espansione e innovazione. 

Il possibile accordo tra Commerzbank e UniCredit è sotto esame da parte degli analisti di Jefferies, che sottolineano come l'impatto sul gruppo bancario italiano vari a seconda del metodo di finanziamento scelto. Secondo gli esperti, indipendentemente dall'approccio, l'effetto sul valore equo di UniCredit e sul RoTE (Return on Tangible Equity) sarebbe moderato. Tuttavia, la questione principale è strategica, poiché l'acquisizione rafforzerebbe la presenza di UniCredit in Germania, in un momento critico dal punto di vista macroeconomico e politico.

Scenario 1: acquisizione tramite azioni 

Il primo scenario ipotizza un'acquisizione effettuata prevalentemente tramite azioni, a un prezzo di 16,5 euro per azione, con un premio del 30% rispetto al valore di chiusura di Commerzbank. Secondo Jefferies, questo comporterebbe un accrescimento del 7% dell'EPS (Earnings per Share) e del 10% del TNAV (Tangible Net Asset Value), con un impatto sul CET-1 di 110 punti base. Nonostante l'effetto sul capitale, non si prevedono pressioni significative sulla distribuzione del capitale di UniCredit.

Scenario 2: finanziamento misto carta e cassa 

Un'alternativa simile all'acquisizione di UBI da parte di Intesa Sanpaolo nel 2020 prevede una combinazione di finanziamento in azioni (75%) e contanti (25%). Questo porterebbe a un incremento dell'EPS del 12% e del TNAV del 10%, ma avrebbe un impatto maggiore sul CET-1, riducendolo di 180 punti base. Questo potrebbe compromettere la capacità di UniCredit di mantenere la politica di distribuzione dei profitti.

Scenario 3: acquisizione interamente in contanti 

Un'acquisizione completamente finanziata in contanti aumenterebbe l'EPS del 25%, ma comporterebbe un pesante costo per il capitale, riducendo il CET-1 all'11,2%, costringendo UniCredit a un aumento di capitale da 8,1 miliardi di euro per riportare il rapporto CET-1 al 13%.

Unicredit-Commerzbank, migliorano eps e TNAV, ma secondo Jefferies impatto sul fair value di Unicredit limitato

Nonostante il potenziale accrescimento dell'EPS e del TNAV, Jefferies ritiene che l'impatto sul fair value di UniCredit sarebbe limitato. Aggiungere una maggiore esposizione al mercato tedesco, in un momento di sfide macroeconomiche, non appare particolarmente vantaggioso. Tuttavia, il track record di UniCredit nella gestione efficiente degli asset e dei costi potrebbe favorire l'operazione. 

Gli analisi di Equita rilevano che l'operazione riflette un multiplo P/E di Commerzbank pari a 7,1x-6,0x per gli anni 2025/26, rispetto al 6,2x-6,0x di UniCredit, e un rapporto prezzo/tangible equity (P/TE) di 0,6x, significativamente inferiore a quello di UniCredit, pari a circa 1,0x. L'acquisizione ha un impatto limitato sul CET1 di UniCredit, stimato intorno ai 15 punti base, mantenendo comunque una solida posizione di capitale (>16%).

Sinergie e potenziale crescita

UniCredit ha dichiarato che potrebbe considerare di aumentare la propria partecipazione fino a superare il 9,9%, previa autorizzazione delle autorità competenti. L'acquisizione di questa quota strategica offre a UniCredit una maggiore flessibilità per espandersi in Germania, mercato in cui già opera con HypoVereinsbank (HVB), che nel 2023 ha rappresentato oltre il 20% dell'utile operativo e circa il 19% dell'utile netto del gruppo.

Ipotizzando sinergie pari al 10% della base costi di Commerzbank e un premio del 20-25%, Jefferies prevede una possibile accrescimento dell'EPS a doppia cifra (>15%) senza compromettere la solidità patrimoniale di UniCredit, con un CET1 che rimarrebbe tra il 13,5% e il 14%. La banca potrebbe inoltre preservare la propria politica di distribuzione del capitale.

Possibili scenari futuri UniCredit potrebbe esplorare ulteriori opzioni strategiche, inclusa una possibile integrazione di HypoVereinsbank con Commerzbank. Questo approccio consentirebbe di mantenere il controllo della nuova entità con un minore esborso di capitale, garantendo al contempo una maggiore flessibilità per eventuali future operazioni di M&A.

Conclusione: l'operazione è vista positivamente dagli analisti di Equita, che stimano una crescita potenziale significativa e un miglioramento delle sinergie tra le due banche. Con un target price fissato a 45 euro per UniCredit, la strategia sembra solida e ben ponderata, nonostante i rischi legati al contesto economico e politico della Germania.

Unicredit, il quadro grafico

Unicredit si muove per vie laterali ormai da aprile: è vero che dopo il massimo del 4 aprile, toccato a 35,815 euro il titolo si è spinto a fine luglio fino a quota 39,33 euro, ma il trend rialzista che aveva caratterizzato il periodo tra l'inizio del 2022 e l'inizio del 2024 si è evidentemente spento.

Questo non significa che la tendenza crescente non si possa riaccendere, ma nella condizione attuale non si può nemmeno escludere un nuova fase ribassista, simile a quella vista a luglio.

Sotto area 34,50 i prezzi potrebbero spingersi a testare, come già accaduto il 5 agosto, la media mobile esponenziale a 200 giorni, ora in transito a 32,55 circa. La violazione della media a 200 giorni potrebbe anticipare ribassi fino in area 27,50 euro, 38,2% di ritracciamento (percentuale di Fibonacci) del rialzo dal minimo di marzo 2022 e area del gap rialzista del 5 febbraio. Sopra area 38 atteso invece il test del massimo di luglio a 39,33 euro. Resistenza successiva in area 44 euro.

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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