ByteDance, l'azienda proprietaria di TikTok, e Meta Platforms, sono state incluse nell'elenco delle aziende tecnologiche sotto esame da parte della Commissione Europea. La ragione di ciò riguarda il modo in cui queste aziende stanno affrontando i rischi legati alla diffusione di contenuti illegali sulle loro piattaforme di social media, nell'ambito del conflitto tra Israele e Hamas.
La Commissione Europea ha inviato richieste formali di informazioni a entrambe le aziende, intensificando gli sforzi per controllare i contenuti dannosi sui social media. Questa azione segue una richiesta simile rivolta a Elon Musk di Tesla.
L'Unione Europea ha concesso a Meta e TikTok tempo fino al 25 ottobre per rispondere su come stanno affrontando la disinformazione elettorale e la diffusione di contenuti terroristici, violenti e di odio.
Con il nuovo Digital Services Act dell'Unione Europea, le aziende di social media sono obbligate ad assumere più moderatori di contenuti e a utilizzare metodi per ridurre la diffusione di contenuti illegali.
Le aziende che non rispettano tali obblighi potrebbero affrontare multe fino al 6% del loro fatturato annuo o addirittura essere bandite dall'Unione Europea in caso di violazioni ripetute delle regole.
La prossima settimana TikTok pubblicherà il suo primo rapporto di trasparenza secondo le nuove regole dell'Unione Europea, fornendo maggiori informazioni sulle misure adottate per mantenere la sicurezza della sua comunità europea.
Meta ha dichiarato che i suoi team stanno lavorando incessantemente per mantenere le piattaforme sicure, prendendo provvedimenti sui contenuti che violano le politiche o la legge locale e collaborando con enti terzi per limitare la diffusione di disinformazione. L'azienda ha sottolineato di avere un processo solido per identificare e mitigare i rischi durante una crisi, proteggendo anche la libertà di espressione.
Thierry Breton, commissario al mercato interno dell'Unione Europea, ha inviato lettere di avvertimento alle aziende all'inizio di questo mese, ricordando loro l'obbligo di adottare le necessarie misure di moderazione dei contenuti secondo il Digital Services Act.
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