Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti imporreranno presto dazi sul settore farmaceutico, intensificando così la guerra commerciale con la Cina e creando nuove tensioni nei mercati finanziari. Questa mossa mira a riportare la produzione di farmaci negli Stati Uniti, ma potrebbe avere conseguenze globali, inclusi effetti sull'Italia, che esporta una grande quantità di prodotti farmaceutici verso gli Stati Uniti.
Dazi su automobili e semiconduttori: nuovi colpi per l’economia globale
Trump ha anche minacciato la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) di subire dazi fino al 100% se non costruiranno impianti negli Stati Uniti. Nel frattempo, la Corea del Sud ha annunciato un pacchetto di aiuti per i suoi produttori automobilistici, che rischiano dazi del 25% sugli esportazioni verso gli USA.
Dazi e recessione: cresce l’incertezza economica
Gli effetti dei dazi di Trump stanno già generando incertezza economica a livello mondiale, con previsioni di recessione che si fanno più concrete. Il cambio dello yuan cinese ha toccato i minimi da settembre 2023, rispondendo alle accuse di manipolazione valutaria da parte della Cina per compensare l’impatto dei dazi americani.
Le ripercussioni sui mercati finanziari
I nuovi dazi e le politiche aggressive di Trump stanno generando volatilità nei mercati finanziari globali, creando dubbi tra gli investitori sulla stabilità economica futura. Le azioni di molte aziende stanno registrando perdite, mentre le obbligazioni e i titoli di stato vengono scelti come rifugio sicuro in attesa degli sviluppi politici.
Dopo una giornata negativa per Wall Street, in particolare per il Nasdaq Composite che ha perso il 2,15%, i mercati asiatici mostrano segnali di sell-off, anche se con tendenze contrastanti: Tokyo ha subito una perdita del 4,87%, Taiwan ha registrato un calo del 5,86%. In questo contesto, Shanghai ha mostrato una certa resistenza, chiudendo con un modesto rialzo dello 0,24%. Tuttavia, Seoul e Singapore hanno risentito negativamente dell'instabilità, con una diminuzione dei loro indici rispettivamente dell'1,82% e del 2,16%. La situazione più complicata si è verificata a Hong Kong, dove l'indice Hang Seng ha aperto in forte ribasso, registrando una flessione del 3,76% e scendendo a 19.371,25 punti. Questi eventi sottolineano l'impatto significativo che le decisioni politiche possono avere sulle performance economiche globali.
Il portavoce del ministero degli esteri cinese, Lin Jian, ha dichiarato che le minacce non rappresentano un modo appropriato di interagire e ha ribadito l'impegno della Cina a difendere i propri diritti e interessi, rendendo così improbabili futuri negoziati tra le due nazioni.
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(Redazione)