Trading: long o short. Ecco le differenze

30/08/2022 15:45

Trading: long o short. Ecco le differenze

Affermare che un pensierino a fare trading on line sui vari mercati lo hanno fatto praticamente tutti, è esprimere un concetto che probabilmente si avvicina molto a quella che è la realtà.

Fosse anche solo per curiosità o per dimostrare agli amici del bar le proprie capacità da tuttologi, sono di certo moltissime le persone che, almeno una volta nella vita, si sono cimentate in questa attività.
Con quali risultati, ognuna di loro, lo sa.

Trading: tra adrenalina e professionalità

Fare trading sui mercati (principalmente azionari, ma non solo) è una di quelle attività che possono essere svolte in maniera saltuaria e sporadica ma che possono anche diventare un vero e proprio lavoro eseguito con professionalità.

In entrambi i casi, occorrono innanzitutto le competenze.

Cosa significa? Che non si lanciano i dadi per scegliere un titolo o si punta il dito su una lista di nomi optando per quello più simpatico. Occorre informarsi, leggere, valutare: insomma, è necessario investire del tempo per acquisire conoscenza e competenza.
Occorre in ogni caso anche fare attenzione al fatto che il trading può generare adrenalina ma anche dipendenza.

Ecco perché è fondamentale mantenere nervi saldi e lucidità di pensiero, stabilendo, sin dall’inizio, quante, delle proprie risorse, si possono destinare all’attività di trading.

Per fare ciò, bisogna avere ben chiari i propri obiettivi, le necessità, l’orizzonte temporale, il rischio che si è disposti a sopportare. Il tutto, si riassume in due parole: pianificazione finanziaria.

Nulla vieta che, dopo una fase di studio e sperimentazione, acquisite le competenze necessarie, fare il trader possa diventare se non una attività a tempo pieno, una esperienza decisamente importante.
Il professionista non si lascia influenzare dai lauti guadagni, né deprimere dalle perdite più o meno rilevanti. Il trader alle prime armi, invece, può invece cadere nell’emotività.

Trading: long o short?

Fare trading, implica la possibilità di, come si suole dire, andare short o long.

Per gli habitué, questa terminologia fa parte del linguaggio quotidiano. Per i neofiti invece, può sorgere più di qualche perplessità. Di norma, si acquista un titolo puntando sulla rivalutazione dello stesso, ovvero sull’accrescimento della sua quotazione sul mercato. Tradotto molto semplicemente: acquisto a 10 puntando sulla possibilità di rivendere ad un valore superiore.

Vado quindi “Long”, ovvero lungo sul titolo.
Ciò che invece può essere meno noto, specie a chi ha iniziato a fare trading diversi anni fa, è la possibilità di posizionarsi al contrario, ovvero puntare sul deprezzamento di un titolo. Questo tipo di operatività, in gergo viene definita “andare short”. Significa porsi sul mercato come ribassisti, ovvero vendere per ricomprare a prezzo più basso.

Così facendo, si vende quindi allo scoperto, ovvero vendo qualcosa che non ho, puntando a ricomprarlo a prezzo più basso e lucrare sulla differenza.

Per fare questa tipologia di operazione, si prendono a prestito i titoli da una banca o un intermediario, pagando un interesse e versando un margine di garanzia.

Ecco che quindi, se andare “long” è una operazione decisamente elementare, decisamente più complesso risulta andare “short”, in quanto prevede una serie di regole e paletti da rispettare.
Bisogna quindi avere maggiore dimestichezza con l’operatività di borsa e conoscenza più approfondita dell’argomento. Nulla si può improvvisare, così, d’acchito, da un giorno all’altro.

 

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