L'Osservatorio sulle Comunicazioni, pubblicato oggi dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, offre uno sguardo sul settore delle comunicazioni elettroniche nel primo semestre del 2023. Nel complesso, i principali operatori di mercato hanno registrato ricavi di circa 12,42 miliardi di euro, segnando un lieve aumento (+0,3%) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nonostante una modesta flessione (-1,6%), il margine operativo lordo rimane superiore ai 4,1 miliardi di euro. Gli investimenti in immobilizzazioni sono inferiori a 2,6 miliardi di euro, in diminuzione del 7,7% rispetto all'anno precedente. A fine giugno, gli accessi totali alla rete fissa sono diminuiti di 162.000 unità su base annua, attestandosi intorno ai 19,9 milioni di linee.
Le linee in rame sono diminuite di circa 210.000 unità su base trimestrale e di circa 900.000 rispetto a giugno 2022. Nel corso degli ultimi quattro anni, le linee in rame sono diminuite di oltre 6,4 milioni di accessi. Nonostante una leggera diminuzione (-110.000 linee su base trimestrale, -287.000 linee su base annua), gli accessi FTTC rappresentano oltre il 50% della base clienti complessiva. Le linee FTTH sono aumentate di oltre 200.000 unità nel secondo trimestre dell'anno e di 850.000 unità su base annua, registrando un incremento di oltre 2,9 milioni di linee rispetto a giugno 2019. In aumento, seppur in misura più contenuta (poco meno di 150.000 unità su base annua), sono le linee Fixed Wireless Access, che a fine giugno 2023 ammontano a poco più di 1,9 milioni di accessi.
A fine giugno 2023, le linee broadband complessive sono stimate a poco meno di 18,7 milioni di unità, registrando una leggera diminuzione sia su base trimestrale (-42.000 linee) che annuale (-70.000 linee). La diminuzione delle linee DSL (-790.000 linee su base annua) non è stata completamente compensata dalla crescita delle linee in altra tecnologia. La clientela residenziale ammonta a oltre 15,9 milioni di linee (circa l'85% del customer base complessivo), mentre quella "affari" si attesta sui restanti 2,7 milioni circa. Si osserva un notevole aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commerciale: le linee con velocità pari o superiori ai 30 Mbit/s rappresentano l'83% di tutte le linee broadband, mentre quelle con prestazioni superiori ai 100 Mbit/s sono passate dal 35,7% a giugno 2019 al 69,6% nel giugno 2023.
Parallelamente, continua la crescita del consumo di dati: il traffico giornaliero nel primo semestre dell'anno ha registrato un aumento dell'11,3% su base annua e un aumento del 115% rispetto al 2019. Ciò si riflette anche sul traffico giornaliero per linea broadband, con un aumento del consumo medio unitario da 4,15 a 8,2 GB al giorno nel periodo 2019-2023.
Per quanto riguarda il quadro competitivo degli accessi broadband e ultra-broadband, a fine giugno 2023, Tim si conferma il maggiore operatore con il 39,2% degli accessi, seguito da Vodafone con il 16,7%, Wind Tre e Fastweb rispettivamente con il 14,3% e il 14,1%. Nella rete mobile, a fine giugno 2023, le sim attive (Human e M2M) sono 108,2 milioni, circa 1,2 milioni di unità in più su base annua. Le sim M2M sono aumentate di circa 582.000 unità, mentre quelle Human sono aumentate di 602.000 sim. Le linee Human sono per l'86,7% rappresentate dall'utenza residenziale e l'89,7% dei casi ricade nella categoria "prepagata". Relativamente alle sim complessive, Tim è il leader di mercato con il 28,0%, seguita da Vodafone con il 27,4%, Wind Tre con il 23,8% e Iliad che raggiunge il 9,4%. Nel segmento delle sim "human", Wind Tre rimane il principale operatore con il 24,9%, seguito da Tim con il 24,3%, Vodafone con il 22,2% e Iliad che raggiunge il 12,8%.
Sono valutabili in circa 56,7 milioni le sim "human" che hanno prodotto traffico dati nei primi sei mesi del 2023, un valore superiore di circa 190.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2022. Il consumo medio unitario giornaliero nel periodo gennaio-giugno è stimato a circa 0,75 GB, registrando un aumento del 24,3% rispetto al primo semestre del 2022 e un aumento superiore al 260% rispetto al corrispondente periodo del 2019, quando il consumo medio unitario non superava i 0,20 GB.
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