Tesla ha ottenuto una vittoria preliminare nel proprio scontro con i sindacati svedesi che da un mese la contestano chiedendo il passaggio alla contrattazione collettiva. Il tribunale di contea svedese ha infatti emesso un’ingiunzione temporanea che consente al costruttore di ritirare le targhe delle sue auto, interrompendo l’embargo imposto dai lavoratori della posta in solidarietà con i sindacati. Questa decisione potrebbe offrire un momento di tregua alla società.
I motivi della chiamata in causa
La vicenda ha inizio quando i dipendenti delle poste svedesi decidono di solidarizzare con gli scioperi, rifiutandosi di consegnare le targhe delle auto Tesla. Queste ultime devono infatti essere inviate tramite il servizio postale svedese, PostNord AB. L’ingiunzione temporanea arriva dopo che Elon Musk, CEO di Tesla, ha definito "folli" le azioni dei lavoratori svedesi. Il tribunale ha ordinato che le targhe vengano fornite a Tesla entro una settimana, pena una multa di 1 milione di corone svedesi.
La contesa ha origine dal fatto che Tesla non ha un sindacato globale e i suoi 130 metalmeccanici non godono delle stesse condizioni di altre case automobilistiche come GM, Ford e Stellantis. I lavoratori svedesi chiedono quindi a Tesla di stipulare un contratto collettivo di lavoro come fanno la maggior parte dei lavoratori in Svezia. Questa richiesta ha guadagnato il sostegno di altre categorie di lavoratori, come i portuali.
Tesla e la sua posizione
Tesla, però, non sembra essere disposta a cedere e non riceve le targhe per le nuove auto a causa del rifiuto dei lavoratori della Motorizzazione. Nonostante non abbia stabilimenti produttivi in Svezia, Tesla possiede diversi centri di assistenza e il mercato svedese è uno dei punta di diamante per la società. Infatti, secondo Mobility Sweden, il modello Y è il veicolo più venduto del paese quest'anno con oltre 14.000 immatricolazioni.
Il 27 novembre, Tesla ha formalmente citato in giudizio la Svezia chiedendo al tribunale di comminare una multa di 1 milione di corone svedesi alla Motorizzazione per costringerla a fornire le targhe entro tre giorni dalla notifica della decisione. Per Tesla, infatti, la ritenzione delle targhe costituisce un "attacco unico a un’azienda che opera in Svezia".
Questo scontro ha avuto inizio un mese fa quando 130 membri del sindacato dei metalmeccanici svedesi hanno scioperato chiedendo un contratto collettivo di lavoro. Diversi sindacati, tra cui i lavoratori postali, hanno mostrato solidarietà interrompendo la manutenzione delle auto Tesla e le consegne dei veicoli.
Se la situazione dovesse degenerare ulteriormente, le ripercussioni per Tesla potrebbero non limitarsi alla Svezia ma estendersi a tutta l'Europa. Infatti, in Svezia si trova la Hydra Extrusions, unico fornitore di componentistica in alluminio per la Gigafactory di Berlino. Se anche i lavoratori di Hydra Extrusions decidessero di scioperare, la produzione delle nuove Tesla in Europa potrebbe subire dei ritardi.
Il titolo in borsa non subisce scosse
Nonostante tutto il titolo in borsa tiene la posizione delle ultime sedute oscillando in area 238 punti per azione.
(Redazione)