Telecom Italia ha registrato una ripresa in borsa dopo un periodo di performance non particolarmente brillante, in concomitanza con la continuazione delle vendite di asset. Le offerte per Sparkle sono attese subito dopo l'estate, e recentemente è stata effettuata la vendita di Inwit.
Come va TIM in Borsa?
Dopo la pausa di ferragosto le azioni di TIM cercano di mantenere il livello di massimo registrato il 14 agosto, seduta in cui il titolo aveva siglato un aumento del 3,744% a €0,2250. Tuttavia, nell'ultimo mese, il titolo ha subito una flessione del 7,6% e nell'ultimo semestre ha perso il 17,5%. La capitalizzazione di mercato di TIM si mantiene poco sopra i minimi storici, a quota €3,4 miliardi.
Il mercato e i principali azionisti di Telecom Italia, guidati da Vivendi, attendono da sei mesi la vendita di Sparkle. La società, che possiede cavi sottomarini e svolge un ruolo strategico per lo stato italiano, viene valutata da Telecom poco meno di €500 milioni. Attualmente, il Tesoro, insieme ad Asterion, società spagnola, mostra un forte interesse per un'offerta che potrebbe raggiungere €800 milioni.
Dalla cessione del 10% residuo di Inwit, Telecom ha guadagnato circa €250 milioni da un consorzio guidato da Ardian, un fondo francese. Le azioni di Inwit sono state valutate a €10,43 e oggi vengono scambiate a €10,44, con un aumento dello 0,8% rispetto alla chiusura del giorno precedente. La conclusione dell'operazione è prevista entro la fine dell'anno, con un contratto di otto anni rinnovabile per altri otto in vigore, per un corrispettivo annuo di €400 milioni.
I chiarimenti e l'opinione di Labriola
L'amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, ha chiarito alcune cifre riguardanti l'affitto della rete, dopo la vendita a KKR, un'azienda americana. A dispetto di voci riguardanti un onere di circa €2 miliardi, Labriola ha affermato che tali cifre sono inaccurate. Labriola ha specificato che circa €700 milioni sono costi che sarebbero stati sostenuti anche se la rete fosse stata mantenuta, come quelli per l'energia elettrica o per l'affitto dei siti industriali. Pertanto, il costo effettivo per l'affitto della rete sarebbe di €1,3 miliardi.
Labriola ha inoltre sottolineato che, se TIM avesse mantenuto la rete, avrebbe dovuto sostenere una serie di investimenti ingenti. Tali investimenti, stimati in €10 miliardi nei prossimi cinque anni, non avrebbero portato ad un aumento del fatturato, ma avrebbero comportato un aumento dei costi di rifinanziamento del debito.
Gli ostacoli dovuti a Vivendi
Nonostante la vendita di asset, l'azione di TIM a €0,22 rimane un ostacolo per la partenza dei francesi di Vivendi, che ha trascinato TIM in tribunale riguardo la vendita della rete. Vivendi ha infatti contestato il prezzo di vendita e l'assenza di un'assemblea straordinaria. L'udienza è programmata per il 5 novembre a Milano. Vivendi ha già comunicato ai propri azionisti che nel 2025 inizierà un nuovo capitolo della propria storia "senza Tim" nel portafoglio. Tuttavia, l'uscita risulta complicata, poiché Vivendi ha investito quasi €4,5 miliardi per il suo 24% in TIM e al momento subirebbe una perdita di circa €3,6 miliardi.
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(Redazione)