Telecom: Capital Market Day e rete unica

06/07/2022 16:55

Telecom: Capital Market Day e rete unica

Telecom e la rete unica

Finalmente ci siamo: domani nel corso del Capital Market Day verrà presentato il progetto esecutivo di riorganizzazione che oggi il cda si appresta ad approvare. Il tema fondamentale riguarda ovviamente il destino delle "specifiche legal entities", come definite nel piano industriale 2022-2024 approvato a inizio marzo.
Tra queste, quella sotto i riflettori è la NetCo, ovvero quella che raccoglie gli asset di rete fissa, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali di Sparkle. Il progetto che Telecom e CDP stanno portando avanti prevede infatti lo scorporo di NetCo e la sua integrazione con Open Fiber, con l'obiettivo di creare il gestore unico della rete in banda larga italiana.

NetCo: differenze sostanziali nelle valutazioni

Stando ai rumor l'operazione vede Telecom e CDP (che controlla Open Fiber con il 60% e ha il 5% di Telecom, secondo maggior azionista) vicine a un accordo: l'ostacolo è rappresentato dall'azionista principale dell'ex monopolista telefonico, ovvero Vivendi (ha il 24%).

I francesi valuterebbero la NetCo circa 31 miliardi di euro (debito compreso), una cifra molto al di sopra dei 17-21 miliardi indicati da alcune importanti investment bank. Oggi Reuters, citando due fonti vicine al dossier, riferisce che Telecom si attende che la separazione della NetCo possa essere realizzata con una valutazione di 25 miliardi di euro compreso il debito.

Si cerca un accordo anche con DAZN

Le cifre sono abbastanza distanti ma sembra che alla fine l'accordo si farà: dal governo è arrivato un sostanziale via libera e si parla di un memorandum d'intesa che potrebbe essere firmato entro fine luglio.

Come andrà a finire? Vivendi probabilmente abbasserà in parte le proprie pretese e CDP (controllata dal Tesoro) dovrà sobbarcarsi un esborso superiore a quanto preventivato. L'altro dossier su cui domani potrebbe essere fornito un aggiornamento è quello dell'accordo con DAZN. Le parti sono da tempo in trattativa per rivedere i minimi garantiti che Telecom deve pagare (340 milioni di euro a stagione) per i diritti della Serie A, diritti che però fin qui hanno fruttato ricavi che l'ex monopolista considera deludenti.

 

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