Il piano senza NetCo
Giornate molto particolari per Telecom Italia in Borsa. Giovedì scorso il titolo ha lasciato sul terreno oltre il 23% con scambi a livelli record. L'ondata di vendite è scattata per le incertezze create dalla pubblicazione nella serata di mercoledì 6 marzo del Piano Industriale 2024-2026 Free to Run, realizzato considerando la cessione di NetCo e l'inclusione nel perimetro di Sparkle.
Il piano prevede ricavi in crescita del 3% medio annuo nell’arco di piano partendo dai 14,4 miliardi di euro pro-forma del 2023.
L'EBITDA organico After Lease è programmato in crescita dell’8% medio annuo nell’arco di piano partendo dai 3,5 miliardi del 2023. L'EBITDA organico After Lease–Capex è previsto in aumento da 1,3 miliardi pro-forma nel 20233 ai circa 2,2 miliardi del 2026.
Dubbi su debito e dividendo
Questi target non hanno destato particolari reazioni tra gli analisti: ben diversa situazione per quanto riguarda i numeri dell'indebitamento.
La proiezione a fine periodo di questa (fondamentale per Telecom) grandezza rispetto all'EBITDA After Lease, pari a 1,6-1,7 volte, è molto sotto le 3,8 volte dei dati pro-forma al 2023 ma superiore alle attese (Equita la stimava in 1,3). Da segnalare anche che nell'incontro con gli analisti il CFO Adrian Calaza ha affermato che per il dividendo è troppo presto, se ne riparlerà in occasione del piano 2025-2027.
Le integrazioni non aiutano
La reazione del mercato ha scioccato il management al punto da convocare un cda straordinario nel fine settimana per approvare e comunicare un'integrazione ai dati del piano, con l'obiettivo di dare più informazioni ad analisti e operatori, permettere loro di valutare meglio il piano e, in definitiva, facilitare un recupero dei prezzi.
L'effetto sperato però non è arrivato e anzi il titolo Telecom ha subito un nuovo affondo su minimi da dicembre 2022.
Le variazioni del debito
Nell'integrazione si legge che il "debito netto pro-forma al netto del deleverage stimato per l’operazione Netco, pari a circa 6,1 miliardi di euro al 31 dicembre 2023, è atteso alla fine del 2024 pari a circa 7,5 miliardi di euro", variazione derivata per la maggior parte dalla gestione ordinaria, ovvero l'EBITDA After Lease, e quella straordinaria, rappresentata dagli "impatti connessi all’operazione Netco quali i costi da separazione, gli eventuali impatti da price adjustment e ulteriori partite relative al Net working Capital".
E quelle dei flussi di cassa
Per quanto riguarda i flussi di cassa, il management precisa che nel 2025 il Net cash flow è atteso intorno allo zero e nel 2026 intorno a 0,5 miliardi di euro, livelli che una volta normalizzati passano a "un valore intorno agli 0,4 miliardi di euro nel 2025 e agli 0,8 miliardi di euro nel 2026".
Si precisa anche che " eventuali upside alla guidance potrebbero derivare dagli earn-out connessi all’operazione Netco e dalla possibile cessione di Sparkle".