Sale l'inflazione, aumentano i tassi dei mutui
Prezzi al consumo in crescita a ritmi che non si vedevano da decenni in scia al rally di gas e petrolio e ai collidi bottiglia nel sistema produttivo ereditati dalla crisi del COVID-19. Ce ne siamo accorti tutti guardando il conto alla cassa del supermercato.
E se ne sono accorti soprattutto i mercati: il rendimento del BTP decennale è passato dallo 0,60% di un anno fa all'attuale 3,70%. Anche i tassi di interesse sui mutui fissi si adeguano: in base ai dati di Facile.it, se un anno fa le migliori offerte si attestavano all'1,10%, oggi si parte dal 2,60%.
Anche quelli a tasso variabile sono diventati meno convenienti: da 0,80% a 1,29%.
Mutui: tasso fisso, variabile o con cap
Siamo quindi al dilemma di chi si appresta a comprare casa. Puntare sul fisso per non avere sorprese (ma accettare tassi più che raddoppiati rispetto a un anno fa) o rischiare con il tasso variabile (la BCE sta alzando i tassi, non dimentichiamolo) ma partire con rate mensili decisamente più basse? La risposta che sempre più persone si stanno dando è: tasso variabile con cap, con tassi che attualmente si attestano all'1,8%.
Si tratta di finanziamenti il cui tasso varia in base all'indice di riferimento normalmente utilizzato per i mutui a tasso variabile standard (di solito un tasso Euribor) ma con uno spread maggiorato. Ad esempio se l'Euribor di riferimento è pari all'1,00%, il mutuo a tasso variabile avrà un tasso dell'1,50% (1,00% Euribor + 0,50% spread), mentre il tasso del mutuo a tasso variabile con cap sarà dell'1,80% (1,00% Euribor + 0,80% spread).
Il vantaggio del cap con tassi in ascesa
Lo 0,30% che nell'esempio è lo spread aggiuntivo che si paga nel mutuo a tasso variabile con cap è il prezzo del cap.
Di che si tratta? È un limite, un tetto massimo prestabilito oltre il quale il tasso del mutuo non può salire, proteggendo quindi chi ha contratto il prestito dal rischio di rialzi consistenti dei tassi. Seguendo l'esempio precedente e supponendo che il cap sia stato posizionato a 2,30%, ipotizziamo un incremento dell'Euribor al 2,00%.
Il tasso del mutuo variabile standard salirebbe al 2,50%, mentre quello del tasso variabile con cap che in base agli spread dovrebbe balzare al 2,80% si bloccherà invece al 2,30%. Ecco perché pagare uno spread maggiore: si ottiene in cambio una protezione dal rischio di forti rialzi dei tassi.
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