Ben 10mila sono le lettere di compliance che a breve l'Agenzia delle Entrate invierà ai contribuenti che hanno "sfruttato" il Superbonus.
O meglio, ai contribuenti che hanno beneficiato dell'agevolazione fiscale per ristrutturare il proprio immobile senza rispettare tutte le disposizioni previste.
Vediamo bene chi saranno i primi contribuenti a ricevere gli avvisi del Fisco, e quali conseguenze potrebbero affrontare.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Fisco Tips.
Superbonus, pronte le lettere dell'Agenzia: ecco i primi contribuenti che verranno colpiti
Come riporta il Corriere della Sera, i primi a ricevere le lettere di compliance da parte dell'Agenzia delle Entrate saranno i proprietari delle cosiddette "unità collabenti".
Per chi non lo sapesse, le "unità collabenti" sono degli edifici classificati in categoria catastale F2 e privi di rendita.
Si tratta di immobili che versano in condizione di rovina e degrado, in pratica dei veri e propri "ruderi". Quindi totalmente estranei al Superbonus. E invece, stando al Corsera, anche le unità collabenti sono state ristrutturate con il bonus.
Effettuando però opere di riqualificazione, questi ruderi diventano al termine dei lavori utilizzabili, classificabili come funzionali, e quindi residenziali. Diventando abitabili, questi immobili possono però essere soggetti a imposte come IMU e TARI.
Pertanto, tutti coloro che hanno ristrutturato la propria unità collabente (rendendola funzionale grazie agli interventi) riceveranno presto la lettera dall'Agenzia delle Entrate.
Precisa sempre il Corsera, le lettere "riguarderanno i casi in cui le agevolazioni sono state ottenute mediante cessione del credito o sconto in fattura", oltre che gli edifici con rendita catastale zero.

Superbonus, pronte le lettere dell'Agenzia: cosa devono fare i contribuenti
Per loro fortuna, le lettere dell'Agenzia in arrivo non prevedono sanzioni immediate.
Si tratta in realtà di semplici avvisi di collaborazione con il Fisco (appunto di compliance), al fine di regolarizzare la propria situazione immobiliare.
Pertanto, chi riceverà questa lettera dovrà provvedere fin da subito a correggere la rendita catastale dell'unità collabente.
O al limite fornire documentazione giustificativa, per dimostrare che l?edificio non ha subito modifiche tali da richiedere un aggiornamento catastale.
In ogni caso, è bene prima consultare un tecnico esperto che verifichi la situazione dell?immobile e chiarisca se sia necessario o meno un adeguamento.
La stessa Agenzia delle Entrate, inoltre, ha reso disponibili sul proprio sito informazioni dettagliate, FAQ e moduli di risposta per aiutare i contribuenti a gestire la compliance fiscale.
Superbonus, quanto si dovrà pagare con la rendita catastale aggiornata
Se si vuole evitare qualsiasi sanzione da parte dell'Agenzia delle Entrate è meglio provvedere fin da subito all'aggiornamento della rendita catastale del proprio immobile.
Inevitabilmente l'aggiornamento della rendita comporterà un aumento degli oneri fiscali per i proprietari, in particolare per quanto riguarda IMU e TARI.
Facciamo un esempio. Supponiamo di avere un'unità collabente da 100 metri quadrati che è passata da una rendita zero a una da 500 euro dopo gli interventi di ristrutturazione coperti dal Superbonus.
A livello di IMU, si rischierebbe di pagare un'imposta intorno a 720 euro, a seconda dell'aliquota in vigore nel Comune ove è ubicato l'edificio. Per quanto riguarda la TARI, la spesa potrebbe aggirarsi sui 200 euro annui, nel caso di un solo occupante.
In pratica, ci si ritroverebbe in un colpo solo a dover corrispondere oltre 900 euro in un anno.
Inoltre, chi venderà un immobile ristrutturato con Superbonus nei prossimi dieci anni dovrà versare il 26% della plusvalenza generata dalla vendita.