Hai usufruito del Superbonus? Allora ti toccherà pagare!
Non ovviamente tutti i soldi spesi per i lavori di efficientamento, ma almeno le tasse sulla casa sì. Infatti, con l'eventuale aggiornamento delle rendite catastali potrebbe diventare ancora più onerosa l'imposta sugli immobili.
Ma vediamo in quali casi scatta l'aumento delle rendite, e di quanto potrebbe aumentare la spesa fiscale in sede di IMU.
Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Giorgio Pecorari - Investitore.
Superbonus, la norma per l'aumento delle rendite catastali
In molti pensano che tutta questa storia sia una novità. In realtà non c'è nulla di nuovo in merito alla questione delle rendite catastali per gli edifici che hanno beneficiato del Superbonus.
Anche perché c'è già una norma che prevede l'incremento della rendita catastale.
Proprio nella precedente Legge di Bilancio era stata introdotta una norma (commi 86 e 97) in base alla quale l?Agenzia delle Entrate può andare a verificare per questi immobili l'eventuale presentazione della variazione catastale,
"anche ai fini degli eventuali effetti sulla rendita dell?immobile presente in atti nel catasto dei fabbricati".
Ovviamente tutto ciò non riguarda l'intera platea dei beneficiari del Superbonus. L'obbligo della presentazione, infatti, scatta quando avviene l'aumento del numero dei vani, e quindi l'incremento della volumetria dell'edificio.
O, in alternativa, se aumenta il valore dell'immobile, ma almeno del 15%. Cosa che può succedere se si fanno lavori per centinaia di migliaia di euro: si pensi solo alla realizzazione del cappotto termico, che da solo incrementa immediatamente la classe energetica dell'immobile.
Infatti, proprio con lo scatto di una classe o di più classi energetiche, la rendita catastale può aumentare di diverse decine di punti percentuali. E così rendere l'IMU ancora più "salato".
Superbonus, quanto aumenta l'IMU con le nuove rendite catastali
Alla base del calcolo dell'IMU c'è infatti la rendita catastale dell'immobile. Se tale edificio è stato oggetto di lavori targati "Superbonus", ed è passato a una più alta classe energetica, la rendita non potrà che aumentare, e così l'importo dell'Imposta Municipale.
Di quanto? Stando ai dati del Sole 24 Ore, l'aumento può andare dal 16-18% se si passa a una nuova classe superiore, a oltre il 30% nel caso di due classi.
Ovviamente tutto dipende anche dalla dimensione dell'abitazione, dalla categoria catastale e dalla sua posizione "geografica".
Supponiamo di avere un'immobile che aveva una rendita catastale di 600 euro prima del Superbonus.
Se dopo i lavori lo scatto è di una classe energetica, la rendita salirebbe fino a 696 - 708 euro. Se di due classi, addirittura a 780 e passa euro.
Nel caso in cui la casa sia soggetta al pagamento dell'IMU, se abitiamo ad esempio a Milano, prima l'IMU era a 867 euro circa.
Con la nuova rendita, invece, la spesa annua andrebbe da 1.005 euro a 1.126 euro nel peggiore dei casi.
In pratica, "grazie" al Superbonus, l'IMU costerà in futuro più di 200 euro all'anno, almeno stando a questa semplice simulazione.
Superbonus, come abbassare l'IMU in caso di rendite catastali alte
Per ridurre l'importo dell'IMU in questi casi si può fare ben poco.
La soluzione principale sarebbe quella di andare ad abitare nell'immobile in questione: la prima casa non è (al momento) sotto tassazione IMU, a meno che non si tratti di una villa, un castello o un palazzo di pregio (appunto, un immobile da categoria catastale A1, A8 e A9).
Se però non ci interessa abitarci, possiamo mandarci a vivere un proprio parente, come il coniuge o il figlio, magari intestandogliela così nessuno dei due pagherà l'IMU.
Altra alternativa è dichiarare che l'edificio è inutilizzato. Dovrà però essere dimostrato che la casa sia priva di arredi e priva di fornitura di acqua, luce e gas.
Altrimenti, si può ridurre l'importo dell'IMU lasciandola in comodato d'uso. Quest'opzione permette di dimezzare l'imposta annua fin quando il contratto è in essere.
Ma attenzione: il comodato d'uso è valido ai fini della riduzione dell'IMU solo tra parenti di prima linea, come padre e figlio.
Infine, altra soluzione sarebbe quella di mettere l'immobile in affitto e stipulare un contratto a canone concordato: la riduzione sarebbe addirittura del 75%.