Stipendi PA 2025-2027: aumenti confermati e nuove risorse in arrivo per i dipendenti pubblici

Benna Cicala Benna Cicala - 30/04/2025 08:00

Stipendi PA 2025-2027: aumenti confermati e nuove risorse in arrivo per i dipendenti pubblici

Nel panorama delle finanze pubbliche italiane, uno dei temi centrali del prossimo triennio sarà l’evoluzione degli stipendi PA, con aumenti già fissati nelle previsioni ufficiali del DEF 2025. Il Governo ha confermato una progressiva rivalutazione delle retribuzioni dei lavoratori del settore pubblico, grazie a nuove risorse stanziate attraverso la Legge di Bilancio e il Documento di finanza pubblica. 

Un intervento importante che risponde non solo alla necessità di adeguare le retribuzioni al costo della vita, ma anche alla crescente esigenza di valorizzare competenze e professionalità nella macchina statale.

Prima di dedicarci agli stipendi della PA per il prossimo triennio vi lasciamo al video di Moneyfarm Italia su qual è lo stipendio medio in Italia.

Stipendi PA, aumento confermato per il 2025

Il primo scatto retributivo partirà già nel 2025, con un incremento del 2,3% degli stipendi per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. La spesa complessiva destinata al personale pubblico salirà dai 196 miliardi del 2024 a 201 miliardi di euro.

Questo aumento è reso possibile dall’impiego delle risorse previste nella Legge di Bilancio 2025, che ha riservato fondi dedicati al rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL). Si tratta del primo tassello di una più ampia strategia di rilancio del lavoro pubblico, che proseguirà nel biennio successivo con ulteriori interventi correttivi sugli stipendi.

L’obiettivo non è solo quello di sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici, ma anche di restituire competitività a settori chiave della macchina statale, come la sanità, l’istruzione e l’amministrazione centrale, sempre più colpiti da carenze di organico e turnover lento.

Il piano per il triennio, 2026 e 2027 con aumenti progressivi

Dopo il primo incremento del 2025, il trend positivo continuerà nel 2026, anno in cui è previsto un ulteriore aumento del 2,4% sugli stipendi PA. La spesa pubblica destinata alla retribuzione dei dipendenti statali salirà così a 205,9 miliardi di euro. In questa cifra rientrano non solo gli adeguamenti salariali, ma anche gli arretrati contrattuali e le indennità accessorie che compongono la busta paga dei lavoratori pubblici.

Nel 2027, la crescita si assesterà su un più contenuto +0,5%, con una previsione di spesa che toccherà i 207 miliardi di euro. Anche se il ritmo sarà più lento, si tratta comunque di un consolidamento del percorso di rivalutazione retributiva avviato negli anni precedenti. L’intento dichiarato del Governo è quello di garantire stabilità contrattuale e maggiori certezze economiche ai dipendenti pubblici, con un impatto positivo anche in termini di attrattività per i giovani professionisti interessati a entrare nella PA.

Perché aumentano gli stipendi PA: gli obiettivi del DEF

Gli aumenti salariali previsti per il triennio 2025-2027 trovano pieno riscontro nel Documento di economia e finanza (DEF) approvato il 10 aprile 2025. Secondo quanto riportato nel piano, il rinnovo dei contratti collettivi rappresenta una delle priorità strategiche per migliorare la qualità e l’efficienza della Pubblica Amministrazione.

L’impatto economico di questi aumenti non è irrilevante: per il solo 2025, l’aggravio di spesa sarà superiore ai 2,7 miliardi di euro rispetto all’anno precedente. Una cifra destinata a salire a 5,6 miliardi nel 2026 e a 8,4 miliardi nel 2027, secondo le stime del Governo. Questi fondi sono stati programmati non solo per coprire le retribuzioni, ma anche per investire nella formazione, nella digitalizzazione dei processi e nel rafforzamento dei servizi pubblici.

Inoltre, l’aumento degli stipendi PA risponde a una logica di competitività. In un momento storico in cui il privato attrae sempre più talenti, l’amministrazione pubblica rischia di perdere figure professionali cruciali. Adeguare le retribuzioni serve a mantenere alta la motivazione interna e ad assicurare un ricambio generazionale efficace, soprattutto in vista dei pensionamenti previsti nei prossimi anni.

 

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