Stellantis accelera in Borsa
Ottima performance in Borsa oggi per Stellantis. Il titolo ha toccato a 17,3840 euro il massimo dal 9 marzo in scia ai risultati del primo semestre. I dati riportati dal gruppo automobilistico sono in netta crescita e segnano nuovi record storici per quanto riguarda ricavi netti, risultato operativo rettificato e utile netto.
Il fatturato si attesta a 98,4 miliardi di euro, in crescita del 12% a/a.
Il risultato operativo rettificato è pari a 14,1 miliardi, in crescita del 11% a/a. L'utile netto balza a 10,9 miliardi, in crescita del 37% a/a. Molto bene anche il flusso di cassa industriale netto che sale a 8,7 miliardi, +3,3 rispetto al primo semestre 2022.
Entusiasmo tra gli analisti
Coro pressoché unanime di voci favorevoli da parte degli analisti finanziari: i risultati sono nettamente al di sopra delle attese.
In particolare il risultato operativo rettificato (EBIT) che, attestandosi a 14,1 miliardi di euro, supera in misura consistente i 12,1 miliardi del consensus raccolto da Reuters. Equita e Jefferies confermano le rispettive raccomandazioni buy e i target a 21 euro, oltre il 20% sopra le quotazioni attuali.
Anche JP Morgan vede il titolo a 21 euro e ribadisce l'overweight: l'analista della banca americana prevede che il consensus si sposterà verso l'alto dopo i risultati semestrali.
Conferma la propria visione l'altro colosso USA, Goldman Sachs: raccomandazione buy e target a 23 euro, +33% rispetto ai livelli attuali.
Buoni spunti dalle dichiarazioni di Tavares
Altre indicazioni incoraggianti sono arrivate dai commenti dell'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares.
Il manager ha affermato che il gruppo non intende bloccare i prezzi di vendita dei veicoli, staccandosi nettamente quindi da quanto realizzato da Tesla, che sta invece riducendo i listini delle proprie auto elettriche.
Altro elemento molto interessante offerto da Tavares riguarda le trattative in corso per garantirsi l'approvvigionamento di materie prime fino al 2030.
Quello della filiera di approvvigionamenti è stato un problema non da poco negli ultimi anni, prima a causa del rimbalzo della domanda nel post-Covid e poi con il balzo dei costi dovuto alla guerra Russia-Ucraina.