Ottimismo economico in forte calo nel mondo occidentale
Ieri è stato pubblicato l'Edelman Trust Barometer 2023, un rapporto giunto alla 23ma edizione (il primo risale al 2001) basato su un sondaggio online molto ampio e diffuso: oltre 32 mila partecipanti appartenenti a 28 Paesi hanno risposto alle domande tra il 1° e il 28 novembre 2022.
Il primo dato che colpisce è quello relativo all'indice dell'ottimismo economico.
Alla domanda "io e la mia famiglia staremo meglio tra cinque anni?", solo il 40% ha risposto positivamente, contro il 50% dell'anno scorso e inferiore anche al 2020, l'anno della pandemia. In 24 dei 28 Paesi l'indice ha toccato i minimi storici: negli USA il 36% (-4 punti rispetto all'anno scorso), in Germania il 18% (-7), in Giappone addirittura il 9% (-6).
In Italia la percentuale è del 18%, in calo di 9 punti.
Visione positiva nel resto del mondo
Scenario completamente diverso nei Paesi in via di sviluppo. In Kenya ben l'80% delle risposte sono positive, sebbene in flessione di 11 punti rispetto all'anno scorso.
Indicazioni simili per quanto riguarda i Paesi in forte espansione come Indonesia (73%, -8 punti), India (73%, -7), Cina (65%, unico caso di incremento anno su anno con un +1), Brasile (58%, -15). Buone prospettive anche per i Paesi "ricchi" grazie allo sfruttamento di giacimenti di idrocarburi come gli Emirati Arabi Uniti (72%, -6) e l'Arabia Saudita (64%, -9).
Grande divergenza quindi tra le cosiddette economie avanzate e le altre.
La polarizzazione per classi reddituali
I principali elementi di preoccupazione in ambito economico emersi dal sondaggio sono il rischio di perdere il lavoro (89%) e l'inflazione (74%), mentre i timori di tipo "esistenziale" sono quelli relativi al cambiamento climatico (76%), al rischio di conflitto nucleare (72%), alla scarsità di cibo (67%) e alla mancanza di energia (66%).
Altro aspetto interessante è la traballante fiducia nei governi (51%) e nei mezzi di informazione (50%, -1): l'istituzione più affidabile è l'impresa (62%) seguita dalle ONG (59%, -1).
Ancor più interessante è notare la polarizzazione in base alla classe di reddito della fiducia in queste quattro istituzioni.
L'indice di fiducia del dei più abbienti (il quartile con più alto reddito) è pari al 64%, mentre quello dei meno abbienti (il quartile con più basso reddito) è pari al 49%. Molto netta quindi la polarizzazione tra le classi economiche più distanti.