Tra i termini utilizzati in ambito finanziario, la parola "benchmark", assume un ruolo decisamente importante nell'ambito dei fondi comuni di investimento (e anche delle gestioni patrimoniali) e degli etf. Si tratta di un elemento fondamentale che permette al risparmiatore di comprendere l'essenza di uno strumento finanziario.
Benchmark: cosa significa?
A cosa si allude quanto si usa il termine "benchmark"?
In parole povere, sta ad indicare un parametro di riferimento che viene preso in considerazione al fine di valutare il grado di rischio tipico di una certe tipologia di mercato.
L'utilizzo del benchmark è essenziale nei fondi comuni di investimento e negli etf.
Fondamentale in quanto è un requisito che deve essere obbligatoriamente indicato nel regolamento dello strumento finanziario.
Attraverso l'identificazione e la comprensione del benchmark, infatti, il risparmiatore può farsi una idea su rischi e rendimenti che un determinato prodotto é in grado di offrire.
Questo perché, questo parametro di riferimento serve a capire la natura del fondo, tipologia di gestione da esso adottata e, come già evidenziato, anche il rapporto rischio/rendimento.
Benchmark: fondi comuni ed etf
Per ciò che concerne i fondi comuni di investimento, occorre andare in profondità, nell'analisi.
Che cosa significa?
Vuol dire che, ogni fondo, ha un suo specifico benchmark di riferimento, scelto e costruito dal gestore. Questo aspetto si può notare più facilmente se si analizza il regolamento di un fondo bilanciato, dove sono presenti, per l'appunto titoli azionari ed obbligazionari.
In tal caso, quindi, il benchmark di riferimento può essere costituito al 50% da un indice obbligazionario globale e per l'altro 50% da un indice azionario mondiale. Si parla, in questi casi, di portafoglio di riferimento o di benchmark portfolio.
La scelta, come già espresso precedentemente, spetta al gestore.
Al risparmiatore, il compito di analizzare ogni singolo fondo in profondità, al fine di comprenderne bene tutte le specificità.
Negli etf invece, il benchmark assume un ruolo decisamente più semplice, essendo nella maggior parte dei casi un indice che il gestore deve tentare di riprodurre il più fedelmente possibile (gestione passiva).
Benchmark: le caratteristiche principali
Quali devono essere le principali caratteristiche del benchmark?
Innanzitutto la trasparenza: ciò significa che deve essere chiaro e quindi replicabile dall'investitore.
Vuol dire, anche, a maggior ragione, che deve essere comprensibile ed identificabile da parte dell'investitore stesso.
Questa peculiarità è strettamente collegata alla caratteristica della replicabilita.
Il benchmark, infatti, deve poter essere "replicato" ovvero riprodotto tramite attività finanziarie che si possono acquistare sul mercato.
Infine, deve essere rappresentativo della tipologia di gestione messa in atto da chi gestisce un determinato strumento finanziario.
Lo scopo del fondo comune di investimento è quello di fare meglio del benchmark di riferimento (anche perché così il gestore percepisce la relativa commissione).
Tale casistica la ritroviamo anche negli etf a gestione attiva, il cui obiettivo, come nel caso precedente, è quello di battere il parametro di riferimento.
Avvicinarsi al benchmark se non fare meglio, è ciò che identifica e valuta la bravura di un gestore: ed è anche, in misura importante, ciò che ne determina il peso ed il successo sul mercato.