Si riaccende il petrolio: tensioni in Libia e Medio Oriente

26/08/2024 17:31

Si riaccende il petrolio: tensioni in Libia e Medio Oriente

Petrolio sui massimi da circa dieci giorni

Il prezzo del petrolio accelera e guadagna ulteriore terreno dopo il recupero visto nella seconda parte della scorsa settimana. Il WTI tocca i massimi dal 16 agosto mentre il Brent tocca i livelli più alti dal 13/8.
Due le principali cause che spiegano l'ondata di acquisti ed entrambe arrivano dall'area mediterranea. La prima in ordine temporale è rappresentata dall'escalation militare in Medio Oriente. Ieri mattina Israele ha condotto un'ampia azione militare preventiva contro Hezbollah nel Libano meridionale.

L'attacco preventivo di Israele contro Hezbollah

Si è trattato dell'attacco più grande di Tel Aviv contro il movimento politico-militare libanese che appoggia Hamas ed è a sua volta sostenuto dall'Iran.

Israele ha utilizzato circa 100 aerei da guerra per colpire e distruggere "migliaia di batterie lanciamissili di Hezbollah" in oltre 40 aree nel sud del Libano. Sono inoltre stati intercettati tutti i droni che erano stati lanciati contro un obiettivo strategico posizionato nel centro del Paese. L'operazione è partita alle 03:30 di ieri dopo che le forze armate israeliane hanno avuto certezza del fatto che Hezbollah stava preparando un attacco aereo su larga scala.
Il coinvolgimento dell'Iran nel conflitto implica conseguenze per il petrolio dato che il Paese islamico è il nono produttore dei greggio al mondo con una quota del 4% globale (fonte: Energy Information Administration su dati 2023).

Lotte di potere in Libia

Il secondo fattore è la chiusura annunciata oggi di gran parte dei campi petroliferi della Libia, ovvero quelli situati nella parte orientale del paese controllata dal governo di Benghazi, non riconosciuto a livello internazionale ma che di fatto ha sotto la propria egida la produzione di greggio della Libia.

La decisione sembra motivata da una lotta di potere interna al paese nordafricano e riguarderebbe in particolare il controllo della Banca Centrale della Libia.

A quanto pare Khalifa Belqasim Haftar, capo del governo di Bengazi, intende osteggiare il numero uno della Banca, Sadiq al-Kabir.
La Banca e il governo di Tripoli sono gli unici a essere riconosciuti internazionalmente, ma Bengazi controlla di fatto la maggiore risorsa del Paese. Potrebbe quindi essere un tentativo di Haftar di ricattare Tripoli e dettare le sue condizioni per installare un suo uomo al vertice della Banca. I campi petroliferi chiusi hanno una produzione che si avvicina al milione di barili al giorno, quasi l'1% per cento del totale mondiale.

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