Settore Energia: i prezzi delle materie prime si riducono

Redazione Traderlink Redazione Traderlink - 13/12/2023 11:32

Settore Energia: i prezzi delle materie prime si riducono

Un attacco missilistico ai danni di una nave cisterna norvegese proveniente dallo Yemen controllato dagli Houthi non ha influito sul mercato del petrolio, che è più preoccupato dell'eventualità di una diminuzione della domanda, soprattutto da parte della Cina. Il petrolio Wti ha subito un calo del 3,5% circa, scendendo a 68,5 dollari al barile, mentre il gas si è attestato sotto i 35 euro, registrando un calo annuo del 54%. Nonostante l'aumento delle tensioni in Medio Oriente, i prezzi delle materie prime energetiche hanno continuato a scendere. 

Scorte in area Euro

Le scorte di gas in Europa rimangono sopra la soglia del 90%, con l'Italia che si ferma all'89,69%. Gli inventari abbondanti sono dovuti a temperature invernali superiori alla media, che hanno ridotto la domanda di riscaldamento, e alla convinzione degli operatori di mercato che gli attuali livelli di scorte saranno in grado di sopperire a eventuali carenze di fornitura in caso di un improvviso calo delle temperature. Le previsioni indicano che le scorte di gas europee rimarranno vicine ai massimi storici fino all'inizio di gennaio. 

Le cause dei ribassi

Il calo del prezzo del petrolio è legato soprattutto alla paura di un eccesso di offerta. L'attacco alla nave cisterna norvegese non ha avuto un impatto significativo sulla fornitura, a causa del rallentamento della domanda. Il prezzo del greggio è sceso del 3%, con i trader preoccupati per il fatto che la Federal Reserve non sia ancora in grado di controllare l'inflazione e che possa continuare ad aumentare i tassi di interesse, frenando così la domanda di petrolio. 

Piano dell'Opec+

L'Opec+ si è impegnata a ridurre la produzione di 2,2 milioni di barili al giorno nel primo trimestre del 2024, ma gli investitori dubitano che ciò possa influire sul totale delle forniture, dato l'aumento della produzione in altri Paesi. Gli analisti di ANZ Research hanno sottolineato che "la produzione di petrolio di scisto negli Stati Uniti continua a sorprendere e anche la produzione nei Paesi non OPEC è stata più alta del previsto". Un altro fattore da considerare è la diminuzione della domanda di petrolio saudita da parte della Cina, il maggiore importatore mondiale di petrolio, che è scesa ai minimi degli ultimi cinque mesi. Di conseguenza, il prezzo del petrolio Wti è tornato a scendere drasticamente dopo sette settimane consecutive di calo.

(Redazione)

 

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