Le reazioni della Borsa alle notizie
La notizia della scomparsa a 87 anni del fondatore di Luxottica è arrivata rapidamente anche in Borsa: probabilmente prima che sui media mainstream. Non è la prima volta che accade: ricordiamo l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 con l'immediato crollo dei mercati azionari.
Ma anche il balzo di Mediobanca il 23 giugno del 2000 in scia alla notizia della morte di Enrico Cuccia (+6% quel giorno, +18% in quattro sedute), dominus dell'istituto mai amato dal mercato. Il decesso di Del Vecchio ha avuto l'effetto opposto sul titolo Mediobanca, sceso sui minimi da metà marzo e peggior titolo del FTSE MIB in mattinata, prima che gli indici azionari iniziassero a perdere quota.
La battaglia con Nagel
Oltre a Mediobanca anche Generali ha evidenziato una notevole debolezza.
Come mai questi due titoli hanno reagito in malo modo alla notizia della scomparsa di Del Vecchio, oltretutto molto più di EssilorLuxottica, di cui l'imprenditore era presidente esecutivo nonché maggiore azionista con il 32,08% tramite Delfin? Del Vecchio è il principale azionista di Mediobanca con il 15,4% (19,4% secondo la stampa, considerando i contratti derivati), una partecipazione costruita per gradi a partire dal 2019 con l'obiettivo di prendere il controllo del cda di Piazzetta Cuccia e cambiare la direzione intrapresa dall'a.d.
Alberto Nagel, con baricentro troppo spostato verso assicurazioni e credito al consumo. Del Vecchio voleva, secondo i rumor, rimettere al centro dell'attività di Mediobanca il business storico, l'investment banking.
Traballa l'appeal speculativo di Mediobanca
Per questo motivo aveva iniziato a raccogliere azioni fino ad avvicinarsi alla soglia critica del 20%.
Secondo indiscrezioni risalenti a poco più di un mese fa l'intenzione era di chiedere alla BCE l'autorizzazione a salire oltre il 20% in Mediobanca, ricevendo però un sostanziale diniego, almeno fino alla trasformazione di Delfin in holding bancaria. L'obiettivo, sempre in base ai rumor, era quello di arrivare al rinnovo del cda dell'ottobre 2023 con munizioni sufficienti a spodestare Nagel.
Del Vecchio avrebbe potuto contare sull'appoggio di Francesco Gaetano Caltagirone (ha il 5,5% di Mediobanca, spazio di ascesa fino al 10%): i due avevano recentemente tentato la stessa operazione in Generali, venendo però respinti.
In altre parole Mediobanca fino a stamattina aveva un appeal speculativo notevole, visto che i soci sostenitori di Nagel certo non sarebbero rimasti a guardare: si profilava quindi una battaglia a suon di acquisti per il controllo di Piazzetta Cuccia.
Ora tutto questo difficilmente sarà cancellato: non è pensabile che un'operazione di questa portata fosse opera di un uomo solo (sebbene di grande statura imprenditoriale). Ma qualche dubbio si è insinuato tra operatori e investitori, consigliando loro di alleggerire le posizioni sulle azioni di Piazzetta Cuccia.
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