Adolfo Urso, il ministro delle Imprese del Made in Italy, lo ha dichiarato ad Eco, il festival della mobilità sostenibile tenutosi a Padova il 19 e il 20 aprile scorsi, per il governo la transizione verso un parco auto circolante più sostenibile è una priorità.
In Italia ci sono più di 11 milioni di vetture ante Euro 3 che contribuiscono a tenerci lontani dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi – ha ricordato il ministro: “Vogliamo consentire a chi non può permetterselo di rottamare la vecchia vettura inquinante per acquisirne una ecologicamente più sostenibile”.
Incentivi auto, a breve nuova strategia per la rottamazione del vecchio
Nel quadro degli incentivi a una mobilità più sostenibile si potrebbero dunque inserire a breve nuovi schemi di incentivazione.
Il ministro ha infatti aggiunto che entro giugno sarà presentata in consiglio dei ministri prima e in parlamento dopo una nuova strategia che consenta di rottamare nei prossimi anni questo ingombrante parco auto poco sostenibile.
Il parco circolante italiano è di circa 40 milioni di auto e quindi la sostituzione di 11 milioni di auto euro 0, 1, 2 e 3 potrebbe coinvolgere più di una vettura su quattro.
Previsto un confronto sul tema con le associazioni di categoria, con le imprese e con i sindacati.
Secondo il Corriere dalla Sera ci sarebbe in programma agevolazioni per l’acquisto di auto benzina e diesel con emissioni tra i 65 e i 135 grammi per chilometro, con rottamazione del vecchio veicolo incluso nella fascia da Euro 1 a Euro 3.
Ci sarebbero già pressioni dell’Anfia per inserire nel pacchetto di incentivi anche gli Euro 4.
Auto, l'elettrico resta, ma c'è anche altro da fare
Sia chiaro gli incentivi all’elettrico e la prospettiva dell’elettrificazione dei trasporti restano strategici anche per l’Anfia, l’Associazione nazionale della filiera automobilistica, ma serve senz’altro una strategia ampia ed efficace per superare l’arduo scoglio dei costi che blocca molte famiglie italiane nel percorso di passaggio all’elettrico.
Guardando però anche alla filiera e all’industria.
Fra le risorse considerate ci sarebbero circa 250 milioni di euro avanzati dall’ecobonus 2022, anche se di questi 127 milioni di euro sarebbero legati attualmente alle auto elettriche pure.
Dallo scorso 10 gennaio sono ripartite le prenotazioni per gli incentivi agli acquisti dei veicoli meno inquinanti, con una dotazione complessiva di ben 630 milioni di euro, dei quali 190 milioni per i veicoli elettrici, 235 per gli ibridi plug-in e 150 milioni per i veicoli a basse emissioni, ossia la fascia di emissione tra i 65 e i 135 grammi che potrebbe essere chiamata in causa dai nuovi provvedimenti.
La situazione dei fondi residui è monitorabile in tempo reale, ma se il governo torna adesso sul dossier con nuovo giro di vite, è evidente che c’è ancora qualcos’altro da mettere a punto.
Auto, il difficile confronto con Bruxelles
Per esempio sembra chiara la difficoltà emersa dal dialogo con Bruxelles: il governo italiano ha chiesto un futuro anche per il motore endotermico a combustibile ecologicamente sostenibile, ma in Europa è passato soltanto l’appoggio ai carburanti sintetici voluti dalla Germania ed è invece rimasto allo stop il piano italiano per i biocombustibili.
Con dubbi sulla sostenibilità di entrambi gli approcci, rispetto all’elettrico.
Di certo per l’ex ministero dello Sviluppo economico, diventato ministero delle Imprese (Mimit), non è un problema semplice, perché alla sfida dei costi per il cittadino, si aggiunge quella dell’industria che si deve riprogettare interamente cercando di assorbire il minor danno possibile.
L’industria dell’auto è un pilastro dell’economia italiana, anche nel senso dell’innovazione. Di recente il Mimit ha calcolato che dal 2009 sono state depositate oltre cinque mila domande di brevetto nel campo automotive in Italia, oltre 400 l’anno.
La nuova era della mobilità sostenibile adesso riscoprirà forse un vecchio cavallo di battaglia, l’incentivo alla rottamazione, che sempre in passato è stato anche un incoraggiamento all’industria delle quattro ruote.
Dato il vetusto parco auto italiano sarà comunque utile, ma molti problemi rimangono sul campo.