Rivalutazione pensioni, ecco quanti soldi avresti senza tutti questi tagli

Niccolò Mencucci Niccolò Mencucci - 21/09/2024 10:15

Rivalutazione pensioni, ecco quanti soldi avresti senza tutti questi tagli

Migliaia e migliaia di euro. Ecco a quanto dovrebbe ammontare la perdita che i pensionati hanno subito nel corso degli ultimi anni, a causa dei tagli imposti dal Governo in sede di rivalutazione delle pensioni.

Tagli che, ovviamente, hanno permesso allo Stato di limitare la spesa previdenziale e risparmiare così un sacco di soldi.

E dire che, senza questi tagli, oggi la pensione sarebbe potuta essere ancora più ricca! Vediamo a quanto ammonterebbe oggi l'assegno previdenziale se non ci fossero stati questi tagli.

Per saperne di più in merito all'argomento, consigliamo di approfondire al meglio la questione con questo video YouTube, con ringraziamento al canale di Mondo Pensioni.

Rivalutazione pensioni, ecco quanti soldi avresti senza i tagli

Prendendo a riferimento quanto stimato nelle simulazioni di CGIL e SPI, se avevi una pensione di 1.732 euro nel 2022, oggi avresti potuto averla intorno ai 1.770 euro circa,se non fosse che in tre anni (2023-2025) hai perso circa 968 euro.

A sua volta, se la tua pensione era al 2022 di 2.029 euro, oggi sarebbe di quasi 2.140 euro senza la perdita triennale stimata di 3.571 euro.

E così anche in caso di pensione netta a 2.337 euro: oggi sarebbe a circa 2.400 euro senza la perdita stimata di 4.487 euro. Se invece era a 2.646 euro, oggi sarebbe attorno ai 2.700 euro se non avessi perso in tre anni 4.534 euro.

E questi sono i tagli ufficiali degli ultimi tre anni. Sempre la simulazione ha guardato a un eventuale taglio "perpetuo" applicato per tutte le prossime rivalutazioni, fino alla soglia dell'aspettativa di vita.

Senza questo taglio, il proprio assegno sarebbe potuto aumentare di diverse centinaia di euro, supponendo un'inflazione media annua all'1,5%.

E invece, se venisse applicato questo taglio, ci si ritroverebbe con perdite dell'ordine di decine di migliaia di euro: dai 8.772 euro per un pensionato con 1.732 euro netti, fino a 40.992 euro per chi percepisce 2.646 euro netti.

E per le donne sarebbe ancora peggio, visto che per entrambi i casi la perdita sarebbe di 9.541 euro (pensione a 1.732 euro) e di 44.462 euro (pensione a 2.646 euro).

Rivalutazione pensioni, lo Stato risparmia 10 miliardi di euro

Come detto sopra, queste perdite hanno permesso allo Stato di risparmiare non pochi soldi alla fine dell'anno. Sempre la CGIL calcola in un report un recupero previdenziale superiore ai 10 miliardi di euro.

Per fare un termine di paragone, è quasi la stessa cifra che servirebbe per pagare ogni anno Quota 41, ovvero la misura proposta come alternativa alla Pensione Fornero.

Se poi questo calcolo viene esteso accumulando le misure previste nel decennio 2023-2032, si arriva a 61 miliardi lordi (ossia 36,8 netti).

Si parla di una cifra pari a 3 Finanziarie, o addirittura a metà dei costi stimati da ENEA in merito al Superbonus, che ad agosto 2024 si aggira sui 123 miliardi di euro.

Che questi tagli siano una sorta di "cuscino" per tutti questi oneri? Difficile dirlo, anche se i sindacati sono a prescindere contrari a questa penalizzazione della rivalutazione.

Rivalutazione pensioni, rebus sui tagli all'assegno

In genere se qualcosa funziona, si tende a ripeterla, e visto che lo Stato ha risparmiato con questi tagli, perché non dovrebbe riproprorli anche nella prossima Manovra?

Tra l'altro, riducendo l'onere previdenziale della rivalutazione, l'Esecutivo avrebbe maggiori coperture da destinare ad altre misure, come il taglio del cuneo o il rifinanziamento di bonus che altrimenti potrebbero venire cancellati nel 2025.

Il problema è che questa riduzione va tutto a danno del pensionato, che forte degli anni contributivi versati ha diritto ad una pensione dignitosa e in linea con il costo della vita.

Altrimenti tanto vale disporre le pensioni secondo il sistema dell'Ape Sociale, che non prevede per tutto il periodo di erogazione alcun adeguamento all'inflazione.

Va detto, però, che il taglio dell'assegno potrebbe non essere così assicurato, se la Corte Costituzionale si dovesse pronunciare prima del tempo.

E se dovesse dire di no, cosa potrà fare il Governo?

© TraderLink News - Direttore Responsabile Marco Valeriani - Riproduzione vietata

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